Oggi mi piace ricordare un antico mito greco, ripreso da Platone in un suo dialogo, con l'aiuto di un sito http://pensieroerealta.blogspot.it/2013/12/il-mito-di-theuth.html che non loderò mai abbastanza.
Il mito di Theuth
può la scrittura condurre al vero?
Ecco quanto Platone sostiene nel dialogo Fedro, presentando il mito di Theuth
“ Dunque
trovato hai medicina, non per accrescere la memoria, sibbene per rivocare le
cose alla memoria.
E quanto a sapienza, tu procuri ai discepoli l'apparenza sua,
non la verità; ”
SOCRATE: "Ho udito , dunque, che nei pressi di Naucrati d'
Egitto c' era uno degli antichi dèi locali, di nome Theuth, al quale apparteneva anche l' uccello sacro chiamato Ibis. Fu appunto questo dio a inventare il numero e il calcolo, la
geometria e l' astronomia e, ancora, il gioco del tavoliere e quello dei dadi, e
soprattutto la scrittura. Regnava a quel tempo su tutto l' Egitto Thamus, che
risiedeva nella grande città dell' Alto Egitto che i Greci chiamano Tebe e il
cui dio chiamano Ammone. Recatosi al cospetto del faraone, Theuth gli mostrò le
sue arti e disse che occorreva diffonderle tra gli altri Egizi. Quello allora lo
interrogò su quali fossero le utilità di ciascuna arte mentre Theuth gliela
spiegava, il faraone criticava una cosa, ne lodava un' altra, a seconda che gli
paresse detta bene o male. Si dice che Thamus abbia espresso a Theuth molte
osservazioni sia pro sia contro ciascuna arte, ma riferirle sarebbe troppo
lungo. Quando Theuth venne alla scrittura disse: "Questa conoscenza, o faraone,
renderà gli Egizi più sapienti e più capaci di ricordare: é stata infatti
inventata come medicina per la memoria e per la sapienza". Ma quello rispose:
"Ingegnosissimo Theuth, c' é chi é capace di dar vita alle art , e chi invece di
giudicare quale danno e quale vantaggio comportano per chi se ne avvarrà. E ora
tu, padre della scrittura, per benevolenza hai detto il contrario di ciò che
essa é in grado di fare. Questa infatti produrrà dimenticanza nelle anime di chi
l' avrà appresa, perché non fa esercitare la memoria. Infatti, facendo
affidamento sulla scrittura, essi trarranno i ricordi dall' esterno, da segni
estranei, e non dall' interno, da sé stessi. Dunque non hai inventato una
medicina per la memoria, ma per richiamare alla memoria. Ai discepoli tu procuri
una parvenza di sapienza, non la vera sapienza: divenuti, infatti, grazie a te,
ascoltatori di molte cose senza bisogno di insegnamento, crederanno di essere
molto dotti, mentre saranno per lo più ignoranti e difficili da trattare, in
quanto divenuti saccenti invece che sapienti" .
SOCRATE: Gli antichi, mio caro, dissero che nel santuario di Zeus a Dodona, da una quercia , provennero i primi discorsi divinatori. Agli uomini di quel tempo dunque, dato che non erano sapienti come voi giovani, bastava nella loro semplicità ascoltare una quercia o un sasso, purchè dicessero il vero. A te invece importa forse sapere chi é colui che parla e da dove viene; non ti accontenti infatti di esaminare se le cose che dice stanno o meno così.
FEDRO: Hai fatto bene a rimproverarmi : anche a me pare che circa la scrittura le cose stiano come sostiene il Tebano.
SOCRATE Dunque, chi credesse di affidare alla scrittura la trasmissione di un' arte e chi a sua volta la ricevesse, convinto che dalla scrittura gli deriverà qualche insegnamento chiaro e solido, sarebbe molto ingenuo e ignorerebbe in realtà l' oracolo di Ammone, credendo che i discorsi scritti siano qualcosa di più del richiamare alla memoria di chi già conosce gli argomenti trattati nello scritto."
Il giudizio di Platone nei confronti della scrittura intesa
come strumento di diffusione ed organizzazione del sapere, è fondamentalmente
negativo (è tuttavia presente una distinzione tra "buona" e "cattiva"
scrittura) e può essere riassunto in sette punti fondamentali:
· mentre il logos è associabile alla vita ed alla sua
dynamis, la scrittura è copia inanimata
dell'oralità, soggetta inevitabilmente a corruzione e connessa alla morte
· lo scritto non accresce né la sapienza, né la memoria,
risultando utile solo a chi voglia rinfrescare il ricordo di ciò che già conosce
· la scrittura è muta, incapace di
autodifendersi
· la scrittura, in quanto accessibile a tutti, è "anonima", fuori tempo rispetto al momento di nascita e
quindi soggetta a possibilità di equivoco
· solo l'oralità è chiara e
compiuta: la phoné è un significante quasi inconsistente, molto
vicino alla natura fluida e pura del logos, mentre la grammé
(significante del significante) presenta un forte distacco dal significato
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· le "cose maggiori non sono affidate agli scritti"(qui esiste probabilmente un riferimento ad una situazione di coercizione sociale e culturale per cui il filosofo non poteva diffondere in modo aperto le proprie riflessioni). |
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