La testata dell'intervista di Tano Gullo, col ritratto di Stefano Vilardo fatto da Nicolò D'Alessandro, pubblicata oggi da Repubblica
ph di francesco virga
Su Andrea Camilleri scrive: "Sono amico di Camilleri, ma se
parliamo di lingua siciliana dico che non ha inventato nulla: il suo è un
siciliano maccheronico che non si parla da nessuna parte. Mi ricorda il latinorum di Teofilo Folengo. Oggi si pubblicano troppi libri ma non c'è nulla di
nuovo. Con la morte di Consolo è finita la letteratura italiana".
A Gaetano Savatteri non perdona di aver messo in discussione, nel suo
ultimo libro, i grandi scrittori siciliani del 900 "che hanno aperto il
cervello a tante generazioni".
Sulla politica è ancora
più severo. I politici odierni vengono
definiti “un manipolo di saltimbanchi arruffoni che saltano da un partito
all’altro, senza ritegno, per restare incollati alle poltrone e alle mangiatoie
del bene pubblico”.
E, anche se mostra di
non avere del tutto perduto la speranza che “la storia riprenda il suo cammino
di progresso e giustizia”, è scoraggiato dallo sfacelo che vede attorno a sé: “
Tutte le cose belle vanno scomparendo. C’è una sorta di desertificazione di
sentimenti e valori. Ogni cosa è diventata altro”.
fv
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