O’Tama e Vincenzo Ragusa:
un ponte tra Tokyo e Palermo
a cura di Maria Antonietta Spadaro
Palazzo Sant'Elia, Palermo
12 maggio 2017 – 28 luglio 2017
Catalogo, a cura di M. A. Spadaro, pp. 400, con saggi di studiosi palermitani e giapponesi, relativi al percorso dei due artisti e all’ambiente in cui operarono.
Allestimento: Carola Arrivas Bajardi
Grafica: Antonio Giannusa
Si terrà il 9 giugno 2017, sempre a palazzo Sant’Elia, una “Giornata di studi” sul tema: L’utopia del Giappone in Europa - relatori di Palermo, Roma, Tokyo e Kyoto
Dalla
metà del XIX secolo, dopo duecento anni di chiusura nei confronti
dell’Occidente, il Giappone apre le sue frontiere, avviando rapporti
economici e diplomatici con gli Stati Uniti d’America e i paesi europei.
Nel clima di questa apertura generale verso l’Occidente, l’imperatore
Mutsuhito ritiene necessario invitare dall’Italia - il paese occidentale
dalla più solida tradizione artistica - tre artisti per fondare una
scuola d’arte che sia al passo con le linee stilistiche della cultura
figurativa moderna: nasce a Tokyo la scuola d’arte Kobu Bijutsu Gekko
del Ministero dell’industria e tecnologia.
I
tre artisti selezionati dall’Accademia milanese di Brera sono: Antonio
Fontanesi per la pittura, Giovanni Vincenzo Cappelletti per
l’architettura e il palermitano Vincenzo Ragusa per la scultura.
Ragusa
arriva nella capitale nipponica nel 1876. Da questo episodio, già di
per sé clamoroso, deriveranno due eventi stupefacenti per la città di
Palermo: la sua idea di istituire una scuola d’arti orientali,
progetto pionieristico a livello europeo, e la presenza di un’artista
giapponese, O’Tama Kiyohara, divenuta sua moglie col nome di Eleonora
Ragusa, che vivrà a Palermo per 51 anni. A contatto con le novità
espressive occidentali, la strategia creativa di O’Tama si trasforma:
dal grafismo sintetico giapponese giunge al naturalismo con la sua
oggettiva rappresentazione del reale.
La
pittrice O’Tama Kiyohara (Tokyo 1861-1939) e lo scultore Vincenzo
Ragusa (Palermo 1841-1927) costituiscono nella storia dell’arte del
nostro paese due importanti figure, promotrici del precoce giapponismo
fiorito a Palermo, quando erano ancora in pochi, negli anni 80 del sec.
XIX, in Europa, ad accostarsi con passione alla cultura e all’arte
nipponiche. Ricordiamo la grande importanza che ebbe il Japponisme in Francia.
L’inizio
dei rapporti Italia-Giappone avvenne nel 1866 e lo scorso 2016 ne sono
stati celebrati, nei due paesi, i 150 anni: il Comune di Palermo ha
intitolato ad O’Tama Kiyohara il giardinetto di via Praga,
inaugurato proprio lo scorso anno, con una partecipata cerimonia alla
presenza delle autorità cittadine.
In
mostra si vedranno opere di O’Tama Kiyohara Ragusa, la quale ha
lasciato qui una ricca produzione, esplorando varie tecniche (da opere
da cavalletto con olii, acquerelli e pastelli, a dipinti murali) e
soggetti diversi (dal ritratto al paesaggio, dalle nature morte alle
scene di genere, dai fiori agli animali, dai temi religiosi alle memorie
d’atmosfere orientali, dall’arte applicata alle decorazioni d’interni).
Saranno in mostra anche lavori di Vincenzo Ragusa, del quale si
vedranno attraverso pannelli quelle non trasportabili.
Si tratta della prima mostra antologica dedicata ai due artisti a Palermo. Le Sezioni:
O’Tama:
dal grafismo sintetico giapponese al naturalismo occidentale; Passione
per la natura; Il ritratto; Scene di genere; Sentimento del sacro;
Suggestioni d’oriente; Il Paesaggio; Decorazioni d’interni; Arte
applicata; Allievi di O’Tama Ragusa; Vincenzo Ragusa; La Scuola Officina
Artistico Industriale di V. Ragusa; Giapponismo.
Patrocini
La
mostra, promossa dalla Fondazione Sant’Elia, è patrocinata dal
Ministero dei Beni Culturali, dall’Area Metropolitana di Palermo, dal
Comune di Palermo, dalla Fondazione Whitaker, dall’Assemblea Regionale
Siciliana, dalla Società Siciliana di Storia Patria, dalla Gam di
Palermo, dalla Galleria d’arte moderna del Comune di Messina, dal Museo
delle Civiltà “Luigi Pigorini” di Roma, dall’Ambasciata Giapponese a
Roma, dall’Istituto di Cultura giapponese a Roma, dall’Associazione
Sicilia-Giappone, dall’Associazione Settimana delle Culture, dall’Anisa
(Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell’Arte).
Progetto espositivo
La
mostra sarà allestita nelle sale del prestigioso settecentesco Palazzo
Sant’Elia nel cuore del centro storico di Palermo. In mostra:
- circa 170 opere (per lo più in collezioni private) prodotte da O’Tama Kiyohara Ragusa prima e durante il suo periodo palermitano durato 51 anni. Enti Prestatori: Ars, Gam Palermo, Museo Pitré, Società Siciliana di Storia Patria, Fondazione Whitaker, Museo del Liceo Artistico “Vincenzo Ragusa e O’Tama Kiyohara”, Chiesa di Sant’Antonio Abate di Palermo, Gam di Messina, Museo delle Civiltà “L. Pigorini” di Roma;
- dipinti conservati presso l’ex scuola fondata da Ragusa a Palermo, oggi Liceo Artistico “Vincenzo Ragusa e O’Tama Kiyohara” e l’Armadio monumentale realizzato dalla Scuola per l’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-92 (oggi conservato all’ITI “Vitt. Em. III” di Palermo;
- un video, di Maria Muratore, illustrerà le opere di O’Tama e Vincenzo Ragusa;
- l’allestimento includerà pannelli, arredi, kimono e oggetti del periodo, per evocare il fenomeno del giapponismo.
Infine, nella sezione “Artisti per O’Tama”, verranno proiettati i video di Gianni Gebbia (O’Tama Monogatari, 2012) e Antonio Giannusa (La stanza di O’Tama, 2017) e sarà esposta l’opera di Fabrice de Nola (Nympheae,
2012), tutti ispirati all’artista. Inoltre, all’inaugurazione,
l’artista giapponese Setsuko si esibirà in una performance dedicata alla
pittrice e allo scultore.
INFO
Vernissage, 12 Maggio 2017 ore 17:00
Orari: Martedì – Venerdì 9:30-13:00; 15:30-18:30
Sabato – Domenica 10:00-13:00; 16:00-19:00
Biglietti
Intero € 5,00
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