Ieri sera, nella Sala De Seta dei Cantieri Culturali
di Palermo, ho visto la versione restaurata del cortometraggio di C. Chaplin The immigrant curata dalla Cineteca di Bologna.
Nei primi fotogrammi della pellicola, risalente al
1917, si vede un vecchio bastimento solcare il mare, con il ponte pieno di
poveri emigranti distesi a terra come sacchi di patate. Sono immagini davvero
impressionanti e mostrano come non sia cambiato tanto per la povera gente in un
secolo di storia.
La versione del film che ho trovato
su you tube stamattina si apre con l’ immagine della Statua della Libertà del
porto di New York. Ha sempre fatto discutere tanto la didascalia che compare
sullo schermo indicante l'arrivo nel “paese della libertà” con la scena
successiva in cui zelanti funzionari dell'immigrazione Statunitense imbrigliano
con corde e con modi eccessivamente bruschi gli emigranti, come fossero
bestiame, in attesa di sbrigare le formalità per lo sbarco: da uno di questi,
Chaplin riceverà un bel calcio nel sedere.
Non a caso Chaplin, negli anni del
maccartismo, venne schedato come COMUNISTA dalla polizia americana.(fv)
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