Franco Fortini fu uno dei primi collaboratori di Elio Vittorini negli anni eroici della rivista IL POLITECNICO. Negli anni successivi i rapporti tra i due si guastarono. Le due poesie che proponiamo ne sono una amara testimonianza. (fv)
Elio, come va? gli dissi. Mi guardò spaventato.
Aveva in mano le chiavi della "Giulia":
Forse non mi riconosceva per la bruma delle sette.
O forse ero davvero mutato come un morto.
M'abbracciò affettuoso, come pungevano i suoi baffi,
Ma strinse l'aria. "Perché non ti fai mai vedere?",
disse tremando e fingendo di nulla.
da Questo muro. Versi a un destinatario (1961-69) in Una volta per sempre, Einaudi 1978
Aveva in mano le chiavi della "Giulia":
Forse non mi riconosceva per la bruma delle sette.
O forse ero davvero mutato come un morto.
M'abbracciò affettuoso, come pungevano i suoi baffi,
Ma strinse l'aria. "Perché non ti fai mai vedere?",
disse tremando e fingendo di nulla.
da Questo muro. Versi a un destinatario (1961-69) in Una volta per sempre, Einaudi 1978
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In
forma di preziosa pietra opale
ti
hanno visto converso stupiti gli amici
o
tu che i sogni nostri percuoterai
orrore
lasciando e scompiglio.
Piccolo
oggetto chiaro era la faccia
nella
cassa fra i libri.
Domandi
chi era?
Risponderò:
da vivo lo avevo conosciuto
poi
chiuso chiuso così l'ho veduto.
Franco Fortini in Tutte le poesie, Mondadori, 2014
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