“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
05 ottobre 2018
A PALERMO SI TORNA A PARLARE DI M. PANTALEONE E L. SCIASCIA
Gino Pantaleone presenta il suo ultimo libro dal titolo "Servi disobbedienti - Leonardo Sciascia e Michele Pantaleone: vite parallele", edito da Flaccovio. Gino Pantaleone, poeta e saggista già autore di un’interessante biografia di Michele Pantaleone (“Il gigante controvento”), ripercorre la vita e le opere dei due scrittori evidenziandone i tanti tratti comuni. A cominciare dai luoghi in cui sono nati e cresciuti e ai quali sono rimasti, anche dopo averli lasciati, particolarmente legati: Racalmuto e Villalba, due piccole comunità della Sicilia interna. Per soffermarsi, poi, sulla loro consapevolezza del fenomeno mafioso, sulla produzione letteraria illustrata nel rispetto di un ordine cronologico che scandisce l’evoluzione della criminalità organizzata (romanzi come “Il giorno della civetta”, “A ciascuno il suo”, “Todo modo” di Leonardo Sciascia e saggi come “Mafia e politica”, “Mafia e droga” “Antimafia: occasione mancata” di Michele Pantaleone sono pietre miliari nella letteratura d’impronta civile), sul controverso e sofferto rapporto col partito comunista, sulle loro predizioni (prima tra tutte, l’uso opportunistico dell’antimafia).
Infine, il libro di Gino Pantaleone racconta le “disavventure” di Sciascia e di Pantaleone, la loro solitudine (più accentuata quella del saggista di Villalba) soprattutto negli ultimi anni, l’essere addirittura additati, in modo diverso ma con pari vergognosa volgarità, di essere affiliati o affini alla mafia, di coltivare legami con boss o con figure compromettenti. Tutte accuse assolutamente infondate, come acclarato in atti giudiziari e dimostrato nel saggio di Pantaleone, che coniuga passione e metodo, di regola ossimori, e anche per questo meritevole e di stimolante lettura. Accuse infamanti e paradossali ma, sebbene campate in aria, non prive di fondamento –in una logica, s’intende, perversa di un sistema perverso- se rivolte alle voci di “servi disobbedienti”, che comunque nessuno riuscirà a far tacere.
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