Giuliano Arnaldi
Le immagini parlano,
perché pensiamo immagini e non parole…
Le
immagini parlano, perché pensiamo immagini e non parole…è quindi
spontaneo e immediato riconoscere e comunicare pensieri e
sentimenti attraverso le immagini. Ciò accade sia in modo spontaneo
sia in modo consapevole, attraverso i linguaggi dell’arte. Se
volete verificare quanto questa affermazione sia scientificamente
fondata leggete ciò che scrive Semir Zeki a proposito di arte e
cervello…A differenza di una immagine casuale, un’opera d’arte
è concepita proprio per evocare uno stato di coscienza , cioè per
comunicare emozionando. Non penso esista la comunicazione asettica,
obiettiva : ogni messaggio è elaborato da chi lo invia e da chi lo
riceve, sia consapevolmente che a livello inconscio. Il grande
equivoco dell’obiettività è uno dei limiti della nostra cultura,
cosi tesa verso l’obiettivo di essere scientifica da dimenticare
che la scienza senza l’uomo non è scienza..e se c’è l’uomo
c’è tutta la sua profondità di campo, ci sono tutti i suoi sensi
( compreso il sesto…). Curiosamente il progresso scientifico,
sempre più indirizzato verso la conoscenza del “piccolo”,
dell’elemento originario, va di pari passo con l’irrompere nei
linguaggi dell’arte di opere che non si guardano solamente, ma si
toccano, si odorano, si sentono, si gustano..Aumenta anche -
finalmente! - la compagnia di chi come noi rompe gli steccati della
“scientificità“ ed espone insieme arte antica e contemporanea,
arte occidentale ed extraeuropea…Sarebbe utile però che queste
operazioni non rispondessero solo ad un sentimento estetico ( anche
se è già un gran passo in avanti ) ma venissero indagate le
motivazioni profonde del perché si percepisca autentica armonia in
una esposizione “contaminata” da linguaggi artistici così
diversi nei luoghi e nei tempi di provenienza.
Basterebbe
Terenzio…«Homo sum, humani nihil
a me alienum puto»..ma se vogliamo andare oltre
ci sono Jung e Fibonacci, Semir Zeki e Leibniz. Archetipi e bellezza
dei numeri, Neuroestetica e metafore..Proviamo con questa serie di
eventi a testimoniare concretamente questo concetto. Sotto i titolo “
le immagini parlano” presentiamo una serie di eventi diversi:
mostre, conferenze, flash mob. Si svolgeranno in contesti diversi,
sia ad Onzo che altrove.
In
primo piano ci saranno opere antiche di tradizione occidentale,
grazie alla collaborazione con l’Impresa Sociale Milanese “Di
mano in Mano” . Non si tratta di una Azienda Antiquaria qualsiasi,
e nemmeno della “solita” cooperativa buonista che campa di
contributi. E’ una azienda che sta sul mercato, che produce reddito
con grande professionalità in un settore difficile come
l’antiquariato dando lavoro a decine di persone ( in difficoltà e
non ) ma con una forte tensione ideale in ogni modalità operativa.
Per
continuare lo schema del dialogo tipico di Tribaleglobale alle opere
antiche saranno affiancate più discretamente opere di arte primaria:
abbiamo scelto di porre al centro della scena il nostro linguaggio
dell’arte per non smarrire la conoscenza del forte potere narrativo
che essa aveva. La rappresentazione della serenità ieratica di una
Madonna seicentesca evoca l’archetipo della Grande Madre come
ancora oggi fanno le sculture Bambara, Ashanti od Oceaniche. La
sofferenza di una Crocifissione usa lo stesso linguaggio di un Nkisi
dei Kongo. E l’archetipo, appunto, si manifesta.
In
questa serie di eventi cercheremo però di evidenziare i diversi
elementi della narrazione e il loro uso evocativo: un veliero e un
paesaggi, dialogano con una quieta Madonna che intercede attraverso
un Angelo nel grande dipinto seicentesco che ha per titolo “La
Madonna dei Marinai”, i volti intensi e comuni di Suonatori
rappresentati nel dipinto di Giuseppe Bonito ( 1707/1789)…elementi
alfabetici di quel linguaggio di immagini che parla dell’uomo,
delle sue paure, delle sue speranze…
Questo
percorso inizia con “ il Salto dell’acciuga” a Laigueglia, il
20 e 21 ottobre.
Lo
spazio è suggestivo, il luogo ancora di più…Laigueglia è una
delle perle rare del ponente ligure: bella, struggente e
discreta..Ancora molto ligure ( tribale…) e insieme aperta al mondo
globale… Thor Heyerdahl la
amava profondamente e chissà che il suo Kon Tiki prima o poi non
riappaia all’orizzonte… Difficile immaginare un luogo più
adeguato per cercare di rappresentare, o meglio di evocare, l’antico
alfabeto metaforico intriso di bellezza incardinato su immagini
archetipiche che forse non conosciamo ma ri/conosciamo. E’ un
alfabeto vero e proprio: il Prof.Emanuel Anati, archeologo raffinato
ed innovatore, ha individuato 28 segni che appartengono a gran parte
delle culture a partire dal neolitico. Semir Zeki, neuroscienziato,
parla di neuroestetica..ma ciascuno di noi può semplicemente
ruotare di novanta gradi questi segni presenti su ogni tastiera di
computer : ) per ottenere un sorriso…e un’immagine che si trova
da quarantamila anni ovunque qualcuno abbia voluto evocare uno stato
d’animo felice…ecco l’archetipo che si manifesta, attraverso un
segno…
L’evento
è puntuale e fantasmagorico, a partire dal nome : il salto
dell’acciuga. L’omonimo racconto di Nico Orengo evoca una Liguria
senza tempo, che con la sua materia più semplice - l’acciuga, uno
dei pesci più “poveri” che il mare ci offre- cementa relazioni e
suggestioni via via più lontane, con una forza centrifuga che non si
depotenzia nel suo agire, e non smarrisce l’origine. Una forza che
agisce in modo orizzontale, creando connessioni e nodi …come la
Rete..
Senza
soluzione di continuità sugli schermi della Sanità Pubblica di
Laigueglia potrete quindi vedere ed ascoltare in cuffia un intervento
del Prof.Anati dal titolo Quarantamila anni di arte contemporanea,
animazioni create con immagini di incisioni rupestri e sigilli
sumeri, antichi tessuti africani ed oceanici e oggetti di sciamani
nepalesi..Alcuni degli oggetti protagonisti delle azioni virtuali
saranno fisicamente presenti, compreso un dipinto seicentesco che
raffigura, anzi evoca, la Madonna protettrice dei marinai, perché
anche noi occidentali abbiamo usato le immagini per parlare di ciò
che siamo…e sarebbe utile non disperde quel patrimonio di memoria!
Tutto sarà con/fuso, come la vita. A chi verrà a trovarci l’onere
e l’onore di scegliere come orientarsi, perché come si dice in
mare, senza fare un punto nave non si può fare un punto rotta…
Pezzo ripreso da http://cedocsv.blogspot.com/2018/10
Nessun commento:
Posta un commento