La statua di Federico II al Palazzo Reale di Napoli (Foto C. Vecchio)
Medioevo e astrologia. Re e imperatori appesi al cielo
Tullio Gregory
Nella medievistica
internazionale la Sismel (Società Internazionale per lo Studio del
Medioevo Latino) ha da decenni conquistato una posizione di primo
piano – forse la più eminente – non solo per le grandi
collezioni come l’Edizione Nazionale dei testi Mediolatini o gli
strumenti e studi di Millennio Medievale, ma anche per avere imposto
all’attenzione dei medievisti temi e problemi che erano rimasti
tradizionalmente marginali nella ricerca storiografica sul Medioevo,
prevalentemente interessata a una storia politica e istituzionale:
temi come il corpo e i sensi, i rituali di magia e di demonologia, i
concetti di materia e di natura, il silenzio e l’armonia, hanno
trovato – soprattutto nella collezione Micrologus – uno
spazio nuovo, offrendo della civiltà medievale un quadro assai più
mosso di quello rispecchiato da una stanca manualistica o un’antica
tradizione accademica.
Si colloca in questa
prospettiva il recente volume dedicato alla presenza e importanza
dell’astrologia, delle tecniche divinatorie, della magia nelle
corti laiche ed ecclesiastiche, da Federico II a Rodolfo II, ossia
dal XIII al XVII secolo. (De Frédéric II à Rodolphe II.
Astrologie, divination et magie dans les cours - XIIIe-XVIIe siècle,
Sismel, Edizioni del Galluzzo, Firenze) In questi ambienti è
soprattutto l’astrologia ad assumere una posizione di particolare
rilievo e la figura dell’astrologo diviene centrale.
Ovviamente per
comprendere l’importanza assunta dall’astrologo nelle corti ci si
dovrà liberare dal giudizio superficiale e liquidatorio espresso
ancora oggi da molti storici, esser l’astrologia una ”credenza
superstiziosa”: perché essa invece fu a pieno titolo scienza, anzi
vertice di tutte le scienze naturali in quanto ne offriva il
principio fondamentale, essere i cieli le cause di ogni movimento nel
mondo sublunare dei quattro elementi. Quando si dice “moto” non
si indica solo l’alternanza delle stagioni o delle differenze
climatiche, ma tutte le realtà naturali nei loro mutamenti e
movimenti, compreso il corpo dell’uomo, costituzione fisica,
l’equilibrio dei quattro umori, quindi i temperamenti, i
comportamenti; ovunque entri la fisicità dell’uomo – tanto come
individuo quanto come collettività – i corpi celesti sono cause
universali e essenziali. «Nessun uomo colto potrebbe mettere in
dubbio – scrive Tommaso d'Aquino al generale dei domenicani – che
tutti i moti naturali dei corpi inferiori siano causati dal moto dei
corpi celesti», sicché, prosegue, il fabbro non potrebbe muovere il
braccio e battere con il martello se i cieli si fermassero; infatti
l’anima razionale, pure essendo libera, non potrebbe mettere in
moto il proprio corpo senza il moto dei cieli che ne sono la causa.
Questa dottrina
scientifica è comune a tutta la cultura medievale nell’Occidente
latino dopo il trionfale ingresso della scienza greca e araba, dal
secolo XII, quando lo statuto scientifico dell’astrologia è
rigorosamente definito. La libertà del volere – essendo l’anima
razionale spirituale e non corporea – non è sottoposta ai cieli,
ma è di fatto condizionata dalla struttura fisica dell’organismo
corporeo le cui passioni, tendenze, caratteri sono determinati dai
cieli; sicché torna costante il detto – attribuito a Tolomeo –
che «il sapiente dominerà le stelle», cioè solo i pochi capaci di
dominare con la ragione le passioni sono liberi. Ancora una volta
Tommaso d’Aquino scrive: «Benché i corpi celesti non possano
agire direttamente sulla parte intellettiva dell’anima [...] i più
tuttavia seguono l’impeto delle passioni e le inclinazioni corporee
sulle quali è manifesto ch hanno efficacia i corpi celesti; è
infatti solo dei sapienti, il cui numero è piccolo, resistere con la
ragione a siffatte passioni; la moltitudine in genere segue le
inclinazioni naturali perché la maggioranza degli uomini soggiace
alle passioni».
Questi dunque i
fondamenti dell’astrologia: naturale quindi l’importanza
dell’oroscopo – la figura celeste in un determinato momento –
non solo alla nascita, ma in occasione di ogni decisione di rilievo,
come intraprendere un viaggio, fondare una città, condurre una
guerra. A corte l’astrologo assume la funzione di consigliere, come
il medico, e comunque a un astrologo autorevole si rivolge – se ne
ha la possibilità – chi debba assumere decisioni importanti.
Dell’astrologia, cui si
intrecciano altre discipline dallo statuto spesso ambiguo e sospetto,
dall’alchimia alla magia, alle varie tecniche divinatorie, il
volume mette bene in evidenza come la loro presenza sia attestata
anche dalle biblioteche raccolte a corte per opera di alcuni
regnanti: come Federico II promotore di traduzioni di testi
scientifici greci e arabi, protettore di Michele Scoto, suo
astrologo, autore di un importante testo, il Liber introductorius
di cui si annuncia imminente l’edizione presso la SISMEL; o come
Alfonso X il saggio, re di Castiglia, che promuove la traduzione in
castigliano e di qui in latino, di Picatrix, forse il più
grande manuale arabo di magia; papa Urbano IV – promotore di studi
naturali – farà comporre da Campano di Novara una Theorica
planetarum; ancora un re d’Aragona, Pietro IV, raccoglierà una
biblioteca di scienze naturali ricca di testi astrologici. Così via
in tutto il Rinascimento, dalla corte di Mattia Corvino re d'Ungheria
– rex et astrologus – a quella di Rodolfo II a Praga,
raccoglitore di mirabilia, protettore di grandi astronomi e
astrologi come Tycho Brahe e Kepler, autore quest’ultimo di molti
importanti oroscopi fortemente legati all’attualità politica con
riferimento a personaggi ed eventi contemporanei. Giacché sempre
forte è il legame dell’astrologia con la vita politica, per gli
oroscopi dei principi, per i destini di popoli. Non a caso,
indirizzandosi a papa Clemente IV, Ruggero Bacone indica la
previsione astrologica come essenziale per il governo dei popoli, per
la riforma della Chiesa, per la lotta contro l’Anticristo, e il
cardinale Pietro d’Ailly proporrà l'astrologia come un’ermeneutica
storica, una «teologia naturale» parallela e corrispondente alla
storia sacra.
Volume dunque ricco e
molto utile per comprendere il significato storico dell'astrologia
come scienza e la sua influenza fino a quando altri paradigmi
scientifici verranno prevalendo.
Il Sole 24 ore domenica,
25 febbraio 2018
Nessun commento:
Posta un commento