Josè Saramago - A cosa serve la letteratura?
Risponde Saramago: "Prenda le opere letterarie più notevoli, quelle occidentali, se vuole, le più vicine a noi; prenda quelle che hanno messo il dito nelle piaghe delle miserie umane, quelle che con maggior acume e forza ci hanno avvertiti sul pericolo che rappresenta la nostra presenza umana per il mondo in cui viviamo, prenda le tragedie di Sofocle, la Commedia di Dante, il Don Chisciotte, i drammi e le tragedie di Shakespeare, i romanzi di Kafka, Tolstoi, Dostoievski, Musil, Camus, Sartre, quelle che vuole, e sarà d’accordo con me che nessuna di queste opere – nemmeno tutte loro insieme- sono riuscite a cambiare una virgola nella storia della barbarie umana".
– Va bene, Signor Saramago. Quindi lei, perché scrive?
– "Questo è un altro paio di maniche. Sebbene sia vero che la letteratura non è mai servita a cambiare il corso della nostra storia, e in questo senso non nutro alcuna speranza nei suoi confronti, a me è servita per amare di più i miei cani, per essere un miglior vicino di casa, per curare i miei alberi, per non buttare la spazzatura in strada, per amare di più mia moglie e i miei amici, per essere meno crudele e invidioso, per capire meglio questa cosa tanto strana che siamo noi uomini".
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