SUL CONCETTO DI " REALTA"
Ciò che davvero conta, e che fa problema sia per il filosofo che per il politico, e cioè per chiunque viva in una società, è "il salto" che proprio le virgolette esigono e implicano. Salto significa decisione, rottura, spesso conflitto. Uno scontro con la "realtà", dunque, altro che trionfo dell'immagine e consumazione pacifica della perentorietà del dato. Le virgolette [" ..."] sono più resistenti di quanto ci si potrebbe aspettare, ma lo scopo, il fine a cui mirare, è ancora sempre quello: liquidare la realtà con le virgolette, la pretesa naturalità e definitività di ciò che è, del "dato", cominciando a scoprire chi è che dà.
Gianni Vattimo, Della realtà, 2012
Questo il compito dell'ermeneutica, che forse può dirsi salva, a dispetto del dominio dell'oggettività. Questo il compito del filosofo, conscio di non poter ambire alla credibiltà grazie ai risultati della sua ricerca, come accade allo scienziato, ma che può misurarsi con quell'esigenza di "realtà" che dilaga, e con le sue implicazioni negative in termini di prevaricazione e pregiudizio. La cosa necessita di una più ampia riflessione che non escluda mai il punto di vista di chi pensa, e necessita anche di una presa di coscienza riguardo la conoscenza, la quale non offre un punto privilegiato da cui il soggetto può giudicare le cose e gli altri, ma che anzi ne rivela la debolezza.
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