IL BLITZ “TELEVISIVO” A CAIVANO
di MARIO PINTACUDA
Ieri mattina sul sito dell’agenzia Ansa veniva così annunciato il “vasto
blitz interforze” in corso al Parco Verde di Caivano: «In corso, dalle prime
luci dell'alba, una vasta operazione di carabinieri, polizia e Guardia di
Finanza nel quartiere “Parco Verde” di Caivano, in provincia di Napoli, e nelle
località limitrofe. Si tratta di un controllo straordinario ad “Alto Impatto”
che, per la prima volta, viene svolto in contemporanea da oltre 400 operatori
delle diverse forze dell'ordine che stanno eseguendo numerose perquisizioni e
identificazioni di persone e veicoli sospetti. Coinvolti anche i reparti
specializzati delle forze di polizia e, tra questi, i cinofili antidroga dei
carabinieri, le Api dei Carabinieri e con il controllo dall'alto di un
elicottero del Reparto Volo. Verranno eseguiti anche controlli amministrativi
finalizzati alla verifica del rispetto delle norme del codice della strada e
delle condizioni di salubrità ambientale ed igienico-sanitaria dei vari
immobili anche con ausilio della polizia metropolitana».
I Telegiornali delle 13 hanno mostrato le immagini delle forze dell’ordine
impegnate nelle operazioni: auto della polizia che svoltavano in massa allo
svincolo di Caivano, carabinieri e poliziotti in pieno assetto di guerra
impegnati a salire per le scale di condomini degradati, irruzioni in alcuni
appartamenti (nelle quali ogni milite stava dietro a un collega tenendogli una
mano sulla spalla), il quartiere (apparentemente) rivoltato come un calzino.
Il perennemente imbronciato ministro dell’interno ha così commentato
l’operazione in corso: «Il governo Meloni è determinato a riaffermare la
sicurezza e la legalità su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree
da troppo tempo in sofferenza. Abbiamo iniziato con le grandi stazioni, poi
Ostia, oggi Caivano e nei prossimi giorni andremo in altri contesti
problematici affinché non ci siano zone franche. Lo Stato lavora per riportare
la sicurezza in ogni periferia del Paese».
Ma qual è stato il bilancio del superblitz? Eccolo: «All’esito della
predetta attività sono state denunciate tre persone per contrabbando di
tabacchi lavorati esteri poiché trovate in possesso di oltre 5 kg di tabacchi
lavorati esteri privi del marchio del Monopolio di Stato. Sono stati, inoltre,
sequestrati 14.000 euro a due soggetti, altri 30.000 euro, due ordigni, di cui
uno rudimentale, oltre 170 cartucce di vario calibro, 3 armi bianche, di cui
una mazza da baseball, un coltello a serramanico e un arco, 5 bilancini di
precisione, circa 408 grammi di hashish, 375 grammi circa di marijuana e circa
28 grammi di cocaina; inoltre, in un appartamento in disuso, sono stati
rinvenuti diverso materiale per il confezionamento per la droga, una pistola
replica e numerose munizioni. Ancora, personale della Polizia Metropolitana,
con il coordinamento della Procura di Napoli Nord, ha sequestrato un
“altarino”» (www.ilmeridianonews.it).
Avete capito benissimo: in un quartiere ad altissima densità criminale,
piazza di spaccio più grande d’Europa, roccaforte della camorra, luogo ideale
per ogni tipo di traffico illegale, zona di violenza sistematica e
incontrollata (come è avvenuto anche nel recente triste caso delle due
cuginette abusate da un gruppo di adolescenti), il bilancio di tanto
spiegamento di forze si riduce alla denuncia di solo 3 persone, al sequestro di
somme che rappresentano una percentuale infinitesimale dei guadagni ottenuti
illegalmente, al ritrovamento tragicomico di solo tre armi bianche (in un
quartiere ove verosimilmente si aggirano criminali armati sino ai denti), al
rinvenimento di quantità di droga minimali rispetto alle dosi enormi che girano
in quei luoghi, ecc.
Il fatto è che l’esibizione giornalistica e televisiva sembrerebbe
destinata più a “mostrare” che a “fare” realmente.
I blitz, quelli veri e seri, si fanno di sorpresa, di notte, non certo
(guarda caso) a pochi giorni dalla visita della premier a Caivano avvenuta
giovedì scorso e sicuramente non a telecamere accese. Dei blitz veri e seri non
si mandano in onda le immagini in diretta, non si inquadrano sapientemente le
fasi; non si rilasciano interviste, non si mira insomma a costruire un’immagine
più o meno reale.
Nei blitz veri e seri, invece, si procede sistematicamente, efficacemente e
totalmente al ripristino (definitivo e non provvisorio) della legalità e alla
riaffermazione della tardiva presenza dello Stato in zone del tutto sfuggite al
suo controllo.
Lo dimostra il fatto che le esibizioni pseudo-muscolari (tanto più quelle
“annunciate”) lasciano il tempo che trovano.
Un esempio può essere dato dalle notizie che, una volta l’anno circa,
vengono date qui a Palermo su analoghe azioni di polizia, come è avvenuto al
Borgo Vecchio (altro territorio indipendente dallo Stato italiano); tali
operazioni duravano lo spazio di 24 ore, con enorme spiegamento di mezzi, per
poi cessare del tutto l’indomani, tollerando così il pacifico e indisturbato
ritorno alle precedenti attività criminali di alto, medio e basso livello.
Insomma: si facciano, come no, i blitz; si mobilitino in modo massiccio le
forze dell’ordine. Ma lo si faccia lontano dalle telecamere, lo si faccia a
sorpresa, nel momento in cui gli arroganti criminali che controllano le zone
illegali se lo aspettano di meno; e soprattutto lo si faccia sempre, non un
giorno l’anno.
Nelle (troppe) zone degradate del nostro Paese, al Sud come al Nord,
l’illegalità si è radicata a tal punto che occorrerebbe far letteralmente
dimenticare che sia esistita.
Se i mezzi blindati delle forze dell’ordine restassero a tempo
indeterminato nelle zone a rischio, se i controlli di polizia, carabinieri e
Finanza fossero quotidiani e capillari, se lo Stato investisse massicciamente
in un’opera di recupero culturale, economico, sociale dei quartieri degradati,
se ci fosse (soprattutto) la volontà politica di favorire le indagini e la
repressione del crimine organizzato, sicuramente avremmo meno Telegiornali
trionfalistici e più concreti risultati.
Invece, dopo i primi passi e le prime iniziative, mancano i mezzi, mancano
i fondi, mancano le persone, manca (soprattutto) una tenace e definitiva
volontà; e c’è da temere purtroppo che arrivino altre tragiche e scoraggianti
notizie proprio da quelle zone in cui si proclama oggi il rispristino della
legalità e della sicurezza (come ha dichiarato ieri la premier).
Speriamo, ovviamente, che non sia così: ma la triste esperienza del passato
e il vacuo trionfalismo di ieri dopo un blitz sostanzialmente “di facciata”
inducono a un pessimismo che vorremmo fosse smentito con i fatti e dai fatti.
MARIO PINTACUDA
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