Abbiamo dedicato ben cinque pagine di Eredità dissipate (Cfr. pp.115-120 della nuova edizione) all'analisi dell'attività giornalistica rivoluzionaria svolta da Pasolini nel settimanale comunista Vie Nuove dal 1960 al 1965. Di seguito pubblichiamo un brano di quanto scritto dal poeta in questo periodico:
Per esempio: il colonialismo. Questa anacronistica violenza di una nazione su un’altra nazione, col suo strascico di martiri e di morti. O: la fame, per milioni e milioni di sottoproletari.
O: il razzismo. Il razzismo come cancro morale dell’uomo moderno, e che, appunto come il cancro ha infinite forme. È l’odio che nasce dal conformismo, dal culto della istituzione, della prepotenza dalla maggioranza. È l’odio per tutto ciò che è diverso, per tutto ciò che non rientra nella norma, e che quindi turba l’ordine borghese. Guai a chi è diverso! questo il grido, la formula, lo slogan del mondo moderno. Quindi odio contro i negri, i gialli, gli uomini di colore: odio contro gli ebrei, odio contro i figli ribelli, odio contro i poeti.
Pier Paolo #Pasolini.
"Gli anni della rabbia" su "Vie Nuove" n.38 del 20 settembre 1962, p.35, poi nel volume "Le belle bandiere", a cura di Gian Carlo Ferretti, Editori Riuniti, Roma.
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