21 settembre 2023

MARIA CALLAS SCRIVE A PASOLINI

 




"Caro Pier Paolo, ho ricevuto il libro poi la tua cara lettera. Sono infelice per te - ma contenta che ti sei confidato in me. Caro amico, sono infelice che non posso essere vicina in questi momenti difficili per te, come lo sei stato tu spesso con me. Tu sai bene in fondo che sarebbe andata così. Se ricordi a Grado in macchina si parlava con Ninetto di amore e che ne so io. Dentro in me - le mie antenne tu dici - me lo dicevano quando Ninetto diceva che non si innamorerebbe mai - sapevo che diceva delle cose che era troppo giovane per capire. E tu in fondo uomo tanto intelligente lo dovevi sapere. Invece ti attaccavi anche tu a un sogno, fatto da te solo perché è così anche se ti addoloro con questa predicuccia piccola. La realtà è quella che devi affrontare ma non puoi perché non vuoi. Tu rinascerai, ci sono riuscita io - donna - con tanta sensibilità, eppure ho capito che solo in noi possiamo basarci. Tu ahimè non prendermi in giro. E' triste anche e sopratutto per me dirlo. Sugli altri non si può fidare a lungo. E' legge di natura. Noi dentro dobbiamo trovare la forza, almeno apparente, non ti faccio da madre, caro, ma ti consideravo mai come mio padre. Pier Paolo i libri sanno tanto sì, ma non la dura realtà, e non insegnano quello che io credo, e morirò credendo."

Maria #Callas

 

Maria (fanciullona) - 21 luglio 1971. Lettera di Maria Callas a Pasolini, dall’Archivio storico del Il Corriere della Sera.

Maria Callas in una pausa durante la lavorazione di “Medea", con Pier Paolo Pasolini in Turchia (1969) © Boubat/Tutti i diritti riservati

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