«Quella che un tempo chiamavano vita, si è ridotta alla sfera del privato.
Lo sguardo aperto sulla vita è trapassato nell'ideologia, che nasconde il fatto
che non c'è più vita alcuna».
Theodor W. Adorno, Minima Moralia Meditazioni della vita offesa,
Einaudi. Traduzione di Renato Solmi
È passato ormai più di mezzo secolo dagli anni in cui Adorno scrisse queste
Meditazioni della vita offesa, che, ormai sottratte alle indigestioni e
forzature ideologiche degli anni settanta, possono essere considerate nella
loro prospettiva di ultimo classico tedesco. Attraverso centocinquantatre
aforismi, con un’attitudine apparentemente divagante, Adorno ricompone l’intero
orizzonte della vita sociale, politica, culturale dell’uomo occidentale, senza
rinunciare mai all’idea di un suo possibile riscatto. Come scrive Leonardo
Ceppa nell’introduzione, «serietà e gioco, teologia e clownerie, nostalgia
borghese e impegno politico sembrano così felicemente mescolarsi in questo
libro davvero unico nella storia della filosofia contemporanea».
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