Daìta Martinez
INTERVISTA alla poetessa Daìta Martinez
1. Al celebre verso refrain della poesia “La verità, vi prego, sull’amore” di Wystan Hugh Auden l’amata poetessa statunitense Emily Dickinson risponde “l’amore è tutto: è tutto ciò che sappiamo dell’amore”, citazioni in forma di dialogo per dire che raramente un poeta ha trascurato di interpretare questo sentimento nelle sue composizioni. Nelle tue poesie l’amore è presente? E se dovessi dire che peso esso ha avuto nella tua scrittura? E nella tua vita?
il termine peso mi restituisce l’immagine delle vecchie bilance del mercato . tutto un fascino d’espressione popolare che, tra un’abbanniata e l’altra, scolpiva la mano di mia nonna alla mia, stretta d’amore, così da poterlo maturare come il buono di un frutto appena colto . che dell’amore è vero che sappiamo tutto dell’amore, o forse no . forse non lo sappiamo affatto . forse solo i bambini ne hanno l’essenza compiuta nel battito pulito dei gesti piccini . tutto il resto è uno scarnificare il suono del cuore nel tentativo di ritornare all’accordo di una melodia perduta nel rumore incessante della (il) logica adultità . le parole accadono in questo snudare la pellicola della vita che è poesia e sì ! dell’amore il mio scrivere è intriso . vita è poesia, un tutt’uno.
2.Tra le poesie di Emily Dickinson è famosa quella del dialogo tra due morti, l’uno per la bellezza, l’altro per la verità. Anche verità e bellezza sono temi importanti della poesia. Pensi che siano irrinunciabili? Che ancora oggi bellezza e verità siano temi presenti al poeta? E in che misura?
devono esserlo, presenti . un’equazione indivisibile nel processo di pensiero in tensione verso . il sentiero di svela l’oscurità del bosco e lo sguardo germina il vero . in poesia ( in ogni forma di scrittura ) non si può mentire . la mistificazione inibisce la luce e senza luce si manca alla lettura in piena notte.
3.L’attività della scrittura si lega all’esperienza e alla memoria. Si potrebbe scrivere poesia senza memoria? In quale misura attingi ai ricordi nella tua poesia?
siamo autobiografia . siamo esperienza, ricordo, dolore e gioia. siamo una carezza mancata, l’abbraccio improvviso del tempo. siamo il mare mietuto in una bottiglia di sole a cui torniamo, sempre . ancestrale nutrimento dell’acqua . cercarsi nel passo di ieri è l’oggi che si compie.
4.Alcuni dicono che il silenzio, necessario momento di riflessione e di ispirazione, sia indispensabile perché nasca una poesia. Ma il silenzio è anche la poesia, ciò che si è taciuto, che s’interpone tra una parola e l’altra, tra un verso e l’altro. Condividi quest’ importanza attribuita al silenzio in relazione alla poesia? Le tue poesie nascono nel e dal silenzio oppure no?
il silenzio è linguaggio . è dialogo bisbigliato, l’aria sottile che muove tra i capelli . è il sussulto di una foglia che poggia il verbo sul cuore, in ascolto . il silenzio è riguardo delle labbra che si fanno mute nella presenza del volgere parola al senso affusolato e sveglio nel a capo del giorno .
5.Tra i requisiti necessari della poesia c’è il mistero. Un alone che la circonda, un fascino speciale creato con le parole, che il lettore percepisce come una sorta di sfida al suo intelletto, comunicazione di un segreto, di un interrogativo vitale. Condividi questa idea o pensi che non vi sia relazione tra mistero e poesia?
torniamo al concetto di vita, di amore. una correlazione partorita dal mistero che matura, anche, nello slacciarsi del corpo poetico . mistero è principio, il primo e susseguente raccolto del seno .
6.Sono famosi i versi di Pessoa “Il poeta è un fingitore. /Finge così completamente /che arriva a fingere sia dolore/ il dolore che davvero sente.” con questi versi si intercettano il tema del dolore in poesia e l’ambiguità. Sono elementi presenti nella tua poesia? E in che misura?
l’indeterminatezza è nella radice della parola . abito concettuale che difende e nuda, scapita e rende la sequenza del valico essente tra articolo e refolo . in questo passaggio si determina l’incompiuto, mi determino d’incompiuto .
7.Sempre Pessoa dice “La morte è la curva della strada,/morire è solo non essere visto,” C’è chi pensa che in poesia non si debba parlare di morte e chi invece si confronta con essa. Parli mai di morte nelle tue poesie? Scrivi per sopravvivere alla morte o per esorcizzarla?
è faticoso rispondere . accendo una sigaretta . fumo tabacco . quindi lo cucio . gli dono forma . l’attesa dell’ultima cenere . nel mezzo sorreggo la cartina che pian piano si converte tra le dita .
NOTA BIOGRAFICA
Daìta Martinez è nata a Palermo.
Segnalata e premiata in diversi concorsi ha pubblicato in antologica con
LietoColle, La Vita Felice, Mondadori, Akkuaria, Fusibilialibri, Ursini
Edizioni, Cfr Edizioni, Il Soffio. E’ autrice dei testi in video Kalavria 2009,(dietro l’una) è la sua opera prima, edita LietoColle, 2011, segnalata alla V Edizione del Premio Nazionale di Poesia “Maria Marino”. La bottega di via alloro è il suo ultimo lavoro poetico, edito LietoColle, 2013. Nel 2015 ha vinto il primo premio – sezione dialetto – del 7° Concorso Nazionale di Poesia Città di Chiaramonte Gulfi.
Testo
ripreso da https://liminamundi.wordpress.com/2016/06/20/sette-domande-sulla-poesia-daita-martinez/
Nessun commento:
Posta un commento