Una Mostra
antologica, in omaggio all’artista Mimmo Vitale, detto “il Marinese“, sarà inaugurata al castello
Beccadelli, sabato 17 marzo 2018 alle ore 18,00. La mostra si potrà visitare
fino all’8 aprile 2018.
Mimmo Vitale nasce a Marineo il 3 gennaio
1939, si è spento nel suo stesso paese natale il 17 settembre 2010.
Tiene la sua prima mostra nel 1964 proprio a
Marineo, è presente a molte collettive che si svolgono in Sicilia. Nel 1969
espone a Palermo. Il successo di quella mostra lo porterà a esporre nelle
maggiori città italiane e all’estero riscuotendo larghi consensi per il suo
modo nuovo di fare pittura. Compie una lunga serie di viaggi: Germania,
Austria, Francia, Spagna, Portogallo, Marocco, Turchia, Polonia, Russia; viaggi
che danno al pittore una carica inesauribile, ampliando così i suoi orizzonti
culturali. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in
Italia, U.S.A., Turchia, Città del Vaticano, Francia, Austria, Russia, Polonia,
Germania, Danimarca, Spagna. Hanno scritto di lui i critici: Giuseppe Servello,
Melo Freni, Ignazio Mormino, Antonio Maria Di Fresco, Franco Grasso, Clotilde
Paternostro, Giuseppe Masi, Maria Teresa Palitta, Antonio Collisani, Jean
Masse, Francesco Carbone, Lucio Barbera, Ugo Moretti, Luciano Spiazzi,
Everardo Dalla Noce, Aurelio Pes.
Il critico d’arte Giorgio Seveso, rimarcando
l’amore e il legame che Mimmo Vitale ha sempre avuto per il proprio paese, ha scritto
nel 1987:
"Lo chiamano «il Marinese» e, difatti, il
rapporto tra Mimmo Vitale e il suo paese, Marineo, vicino Palermo, è profondo e
fondante, direi decisivo. Non si tratta di una mera questione anagrafica, di
nascita o di residenza, bensì, appunto, di una «marinesità» che si è inserita e
traspare nella trama stessa del suo lavoro d’artista, che si fonda e
costituisce addirittura il baricentro stesso della sua poetica e delle ragioni
del suo linguaggio espressivo. I legami profondi con le sue colline, con la
natura e la gente che lo circonda sono le sponde all’interno delle quali s’è
incanalata la sua immaginazione e sulle quali cresce, oggi, una pittura capace
di fragilità e insieme di forza, di tenerezze liriche e insieme di asprezze
umorali. Ma si tratta, appunto, di un legame d’affetti e sentimenti, dal quale
— potremmo dire — gli occhi rimangono fuori, poiché il lavoro di Vitale non è
certo di genere «mimetico» o naturalistico. I suoi panorami, insomma, e i suoi
cieli, le sue finestre, le rondini che si aggirano tra i suoi fogli e le sue
tele sono più panorami della mente e del cuore che visioni ispirate
direttamente alle cose intorno. Sono più transreali che reali, più onirici che
cronachistici. Ed è proprio su questa loro verità e consistenza, più poetica
che interpretativa ed estetica, che si fonda il loro fascino sottile."
… Ora arrivò Mimmu:
chiama
trasi
saluta:
parra cu a vuci di pitturi du populu
(nno sensu gramiscianu); e oltre stu significato,
si è figghiu du populu
e ciulia a lingua chi ci ncignò so matri:
a lingua ca mi ncanta
si a scrivu e si a parru.
chiama
trasi
saluta:
parra cu a vuci di pitturi du populu
(nno sensu gramiscianu); e oltre stu significato,
si è figghiu du populu
e ciulia a lingua chi ci ncignò so matri:
a lingua ca mi ncanta
si a scrivu e si a parru.
Sunnu deci anni chi u canusciu
E mi pari d’avillu canusciutu sempri…
Nprincipiu era naif
n’aceddu nno nido, piguliava;
poi ci fici i pinni
l’ali
a gorgia
e cuminciò a cantari a vuci china.
Ottu marzu, l’ottu di matina,
iddu parra io ascutu:
e ntamentri
penzu a na matina comu chista
mentri caminu senza pedi
nmenzu i ciuri du me jardinu.
Ci penzo cu trivuliziu e gioia:
vita e morti sunnu a stessa cosa,
Mimmu a sapi e cuntinua a parrari.
A so vuci d’oggi
e chidda cchiù forti di dumani:
mi pari di sintilla…
Ignazio Buttitta
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