08 marzo 2018

L. ZORKO, Il tempo non cancella niente.





Il tempo non cancella niente.
Ma tutto adombra perché sparisca per gli occhi.
L’occhio del ricordo è infinito.
Un punto fisso e mobile.
Un punto senza perno,
incontrollabile, invulnerabile,
identico e assieme cangiante.
In cui dovunque si sente
la fluidità.


Lo scorrere dei ricordi
che non sanno d’archivio.
I ricordi sono pietre e soli.


La durezza delle pietre è la loro compattezza.
In realtà sono fatti di qualcosa di tenero.
Sono statue di pietra oppure vedono oltre
perché tacciono? 


Alcuni soli brillano
innocui, altri no. Taluni anche
si raffreddano. Sono soli anche dopo?

I nostri occhi riflettono la loro solarità,
perché in principio era la Parola.
La sua vera forza
non è la bellezza in se stessa;
è il fremito che lascia nel cuore,
il tempo che la segue
e il vento che ha origine laddove
la parola traspare dalla sua forma.


Nella parola ci sono uomini con occhi
che di continuo tornano indietro.
E io non so
se in realtà sono ancora loro
o solo dei fantasmi con bandiere
che hanno piantato in un campo fecondo.
Dietro i campi non ci sono che deserti,
le loro oasi devono essere un ricordo
in cui poter credere.


Forse devi morire di sete
per poter rinascere
dall’acqua.


Lucka Zorko

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