19 gennaio 2017

E. VILLA, Poesia è






Poesia è

poesia è evanescenza
poesia è condanna a vita, con libertà
sulla parola, liberté sur parole
poesia è guida cieca a un antico
enigma, a un segreto inaccessibile
poesia è trattazione dinamica e sussultoria
poesia è la più scampagnata cosmologia che noi possiamo
inalberare e agitare,
è una piccola (abregée) cosmogonia inconsapevole e
inconsutile, scucita,
strafelata, sdrucita
poesia è dimenticarsi
dimenticanza
poesia è se-parare sé dal sé
poesia è ciò che si lascia assolutamente fuori
poesia è svuotamento senza esaurimento
poesia è costrizione al remoto,
al non ancora, al non
adesso, al non-qui,
al non-là, al
non-prima né non-dopo
né non-adesso
poesia è sfondamento
poesia è bruciare – partorire nello stesso gesto vocale
poesia è l’esserci moltiplicato per
non esserci, ricordare
di transesserci di traverso
a spartiacque
poesia è misconoscimento di
non so bene che cosa
ma misconoscimento
poesia è impotenza infinita,
limpida, lucida, allucinata
poesia è intersezione
interiezione
intersezione
interruzione
poesia è una carognata
poesia è transito e esito
poesia è infusione e trans-fusione
poesia è memoria di ciò che non è
e che deve non-essere, cioè
è il Sé culminante, liminare
il Sé come cosmo incompiuto e
da non compiere mai
poesia è legare – slegare
poesia è la scena rituale della
infinita incertezza, della
inaccessibile Infermità
(Infirmitas)
poesia è scorcio
scarto
strombo
sterro
poesia è culla – cuna
è cella – cruna
del Trans-Organo
del transorganico
dell’Indistinto
dell’In(de)terminato
poesia è la cenere
poesia è diagonale
è vanvera
dentro il corpo manifesto
dell’Inesistente Universale
dell’Anenergico Globale
poesia è pigrizia irrigidita, con
un braccio appesa al ramo
dell’Albero della Scienza del
Bene e del Male; cioè
è una Scimmia che sta in
Brasile sempre appesa con un
braccio al ramo di un albero (è la Preguiça)
poesia è terrorismo nel dominio della lingua,
è scoppio nella clausura del linguaggio
è terrore sul fondo delle retoriche
poesia è liberazione dalla conoscenza,
fuga dal conosciuto
svincolo dalla meccanica
è insieme è caduta, sprofondo, nella
meccanica ripetitiva, ossessiva,
iterativa, che è anche la
meccanica del cenno, della norma,
del rito (dell’obbligo
stretto, della rima, del numero,
dell’essenza)
poesia è implosione del tempo – zero
e di grado in(de)finito
poesia è sfrenamento, sfaso, minaccia potenziale,
spacco, rapina, distruzione
poesia è scasso, squarcio, scuotimento
è l’urto tra forza
e misura che
tende a cancellare.
siamo proprio
infinitamente matti
la poesia è quasi tutto: cioè è tutto, meno
quello che veramente è
poesia è impermanenza incrociata con
trans-manenza
è impertinenza
poesia è scontro e incontro (spontaneo e
destinato) tra nevrosi e inconscio,
tra archetipo e Sé
anello monotono e perpetuo tra impulso
e ossessione
poesia è aggressione
poesia è fare spiragli, produrre crepe,
segnare filiture dentro il
sipario, dentro la Parete Sbarrata
poesia è lotta contro la notte
poesia è notte contro la notte
poesia è urto contro la voce
poesia è attrito con la pelle del Drago
poesia è così
è così e così
e così sia
***
Emilio Villa, Poesia è, (1989 circa).
Il testo è contenuto in The Selected Poetry of Emilio Villa,
traduzione e cura di Dominic Siracusa,
Contra Mundum Press Edition, 2014

Testo ripreso da  https://rebstein.wordpress.com/2017/01/19/poesia-e/

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