Qualche mese fa è stato ristampato il libro di Rosario La Duca che, nel lontano 1970, inaugurò il catalogo Sellerio. Come è noto, Leonardo Sciascia fu uno dei proncipali ideatori di questo catalogo e, non a caso, il libro si apriva con queste parole del grande scrittore siciliano:
«I veleni di Palermo. Non quelli che direi
“veri”, i lenti e sottili veleni del vivere a Palermo; ma le
immediatamente fatali e volgari pozioni, il poison criminalmente dosato nella domestica minestra, nelle salse, negli intingoli, nelle creme; il mort-aux-rats
promosso a funzioni liberatorie nelle asfissie da marito o da moglie,
negli amori impossibili, nelle possibili ma tardanti eredità. Il veleno
comprato dallo speziale con la scusa della casa e del vicolo da
disinfestare; o pagato lautamente alla fattucchiera rivelando l’uso cui è
destinato; o segretamente distillato da erbe e sali. Il veleno dei casi
che generalmente si dicono sordidi: gli amorazzi, la roba, le
insopportabili vessazioni del pater familiae; l’odio che si accumula giorno per giorno, ora per ora; l’impazienza che si acuisce e delira; la livida invidia e rapace». ( Dall’introduzione di Leonardo Sciascia)
Storico eccelso e straordinario, Rosario La Duca (Palermo 1923-2008) si può dire sapesse tutto dei luoghi di Palermo e dei fatti, soprattutto quelli strani e misteriosi, associati a questi luoghi. I veleni di Palermo uscì per la prima volta nel 1970, ed è stato il primo volume pubblicato dalla casa editrice Sellerio. Nell’Introduzione Leonardo Sciascia lo presentava: «rassegna degli avvelenamenti occorsi in Palermo dal 1160 al 1815, compilata con molta diligenza ma non senza divertimento». E il racconto di quest’arte (soprattutto femminile, che Palermo seppe anche esportare: per esempio con l’acqua tofana) procede accanto alla descrizione delle istituzioni, dei governi, della giustizia, dei costumi di sette secoli palermitani, secondo lo stile di La Duca che dal minimo rilievo ricava la grande storia. Insomma: una cavalcata nella storia in groppa alla morte.
Storico eccelso e straordinario, Rosario La Duca (Palermo 1923-2008) si può dire sapesse tutto dei luoghi di Palermo e dei fatti, soprattutto quelli strani e misteriosi, associati a questi luoghi. I veleni di Palermo uscì per la prima volta nel 1970, ed è stato il primo volume pubblicato dalla casa editrice Sellerio. Nell’Introduzione Leonardo Sciascia lo presentava: «rassegna degli avvelenamenti occorsi in Palermo dal 1160 al 1815, compilata con molta diligenza ma non senza divertimento». E il racconto di quest’arte (soprattutto femminile, che Palermo seppe anche esportare: per esempio con l’acqua tofana) procede accanto alla descrizione delle istituzioni, dei governi, della giustizia, dei costumi di sette secoli palermitani, secondo lo stile di La Duca che dal minimo rilievo ricava la grande storia. Insomma: una cavalcata nella storia in groppa alla morte.
Rosario La Duca (Palermo 1928-2008) autore di numerose opere di
storia, urbanistica, architettura, tradizioni popolari della città di
Palermo e della Sicilia tra cui Palermo felicissima, Cartografia generale della città di Palermo e antiche carte della Sicilia, La città perduta, Almanacco popolare palermitano, I mercati di Palermo (Enzo Sellerio editore).
Con questa Sellerio ha pubblicato, I veleni di Palermo (1970, 2016) e La corda e la mannaia. Delitti e pene nella Sicilia del «buon tempo antico» (XVI-XVIII secolo) (2012).
Con questa Sellerio ha pubblicato, I veleni di Palermo (1970, 2016) e La corda e la mannaia. Delitti e pene nella Sicilia del «buon tempo antico» (XVI-XVIII secolo) (2012).
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