Questa mattina una cara amica di fb ha postato nel suo diario un pezzo che ho immediatamente condiviso. Chi mi conosce sa quanto odio provo per i muri. Eppure Marilina, con le sue parole, stamane mi ha aiutato a comprendere e a riconoscere l'unico muro da rispettare ed amare sempre: il muro inviolabile della nostra singolare individualità. fv
muri
Mi tengo. Spalmo le mani sulla parete liscia e sto bene. So che c'è, che mi regge, che se mi appoggio non cado. Spingo la testa fino a toccarla, la sbatticchio un po' per provare che la superficie non ceda, che rimanga più dura delle ossa del mio cranio, parietali, temporali, occipitali, l'hanno chiamate come i venti duri e furiosi che non smettono mai di mareggiare pensieri che non riescono a tenermi, venti che mi scommigliano il cuore, lo scotolano, lo scoperchiano e lo arrifriddano, venti che mi scatafasciano il senso e io non capisco più quale è la direzione, venti che mi appigliano la vita e mi abbraciano e io attombo. Le mani dietro la schiena che tastano il muro che arresta fermo perché altro non può fare e non mi può fregare, non si può muovere lui come fanno gli altri che appena li abbracci ti perdi l'equilibrio e caschi senza sapere dove ti accapita, perché loro nel frattempo smettono, lasciano la presa, se ne vanno. I muri no, loro rimangono, non hanno bisogno che tu li cerchi, loro stanno e non puoi perderli, non mancano perché devono stare lì, immobili, non possono scivolare via mentre tu ti sostieni e ti appoggi, qualunque sia il peso che ti porti dentro loro lo reggono, i muri sono fedeli e sicuri. Mi struscio i capelli, li strico dalla manca e cerco di anzittàre i mattoni che ci stanno sotto, li sento sibilare shhhhhhhhh, statti muta che i muri non parlano e manco la tua capa si deve permettere. Svertebro la schiena, la scolonno lenta e il muro non mi tradisce oppone la stessa resistenza, ghiaccia, liscia, portante, precisa. Se mi stacco cado. Non mi muovo. Rimango adesiva dritta ferma. Gli occhi li lascio chiusi, non ne ho bisogno. Tanto c'è il muro che mi tiene. Che me ne faccio degli occhi? Non ho bisogno di sapere quello che c'è intorno, io ho il muro che mi prende, solido, eterno, duro. Il muro non fa passare nessuno, mi difende, mi ripara, mi protegge dagli altri. Non ho bisogno di niente quando c'è il muro. Mi giro veloce senza staccare le mani perché ho paura di cadere. E lo abbraccio. La guancia destra premuta, arrisuco col naso per arrubbarmi tutto il suo odore. L'odore di un muro è unico. Ce l'ha solo lui. Tiene servati tutti gli odori, per questo abbasta e tu non hai bisogno di naschiare altro. Io però sento un solo odore. L'odore sicuro. Quello sento io: l'odore sicuro, un odore tranquillo, sereno, calmo, che non ti può succedere niente. Alzo le braccia, le allargo. E lo abbraccio. Io lo voglio bene al mio muro. Mi difende, mi rassicura, mi tranquilla. Attaccata a lui mi scende un senso di pace. Quando ci sono i muri non ci sono mai guerre. Si può vivere a occhi chiusi. Certo non bisogna mai abbandonarli, non lo sai che ti può succedere fuori, devi stare impicata al muro, perché poi lui non se la prende la responsabilità se te ne vai in giro, e poi ti ammischi cogli altri, passìi in mezzo a quelli che non acconosci, che non sai da dove vengono, che non sai che intenzioni hanno, che ti possono fare male, che ti vogliono levare la tua vita. Che ti distruggono il tuo muro. Te lo arrovinano, te lo martellìano, te lo piconìano, e quello a poco a poco si spurtusa, si scalcinaccia, si sgretola, si voragina, s'invuota, e tu poi dove ti appoggi? Chi ti regge? Chi ti sostiene? E poi tu cadi. Per terra cadi e ci hai gli occhi chiusi e non capisci quello che ti sta ammattendo e allora sei sola e indifesa perché non ci hai più il muro. La pancia la spingo contro il muro, serro le cosce contro il muro fino a sentire i muscoli aggranchiarmi, come un insetto, azzampato. E così arresto. Meno male che c'è il mio muro. Il buio non mi fa più paura.
Marilina Giaquinta
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