27 febbraio 2017

M. GIAQUINTA, C' è qualcosa che non torna

Opera di Mario Sironi

C'è qualcosa che non torna
stanotte, che non torna
non torna indietro,
non torna a posto,
non torna all'inizio,
non torna da dove
si è mosso,
non torna al punto
del suo a capo,
nonostante la chiarità
della luce e dell'aria
(rosa scemo il cielo
si vergogna del gozzo
disperato d'un gabbiano)
nonostante la mischia
della gente che vocìa
e la festa ubriaca di noia,
nonostante il suono
insolente delle auto
nonostante i coriandoli
e le madri nervose
e mo' ti porto da tu' nonna
così la smetti di frignare.
"E ride e par che capisca"
le cita fingendo interesse
alla conversazione
e invece la vuole
e cammina storto
per essere pronto
all' abbraccio
mentre lei ha il passo lungo
e tanta voglia di casa.
Le coperte si muovono
per terra col freddo
anche se la sera
(quella sì che capisce)
non vuole infuriare
s'è chinata sulle cose
piano e non le ha offese.
Una vetrina ordina
con una scrittura infantile
"mettimi giù" mentre
in fondo alla bottega
un cuore sta all'angolo
di un ring verde prato
come un pugile.
Luci basse fiammellano
tra i tavoli pieni
di vino e forchette
dentro la fila diffusa
di localucci stretti di gente.
Una birra scura
ingollata per strada
spartita in due dentro
parole rollate tra la lingua
come sigarette.
Cupole gravide ed elettriche
catarifrangenti
e affarate di luce
traspaiono ondulate
dai rami che tramano
e trapungono i palazzi
dell'inverno cieco
di questa città eterna.

Qualcosa non torna
stanotte, non torna
qualcosa di te.


Marilina Giaquinta

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