28 maggio 2018

S. QUASIMODO, Forse il cuore...

ph. di Maria Ribaudo

        Ci sono momenti, nella storia individuale e collettiva di ciascuno di noi, in cui solo la poesia riesce a sciogliere i nodi che ci bloccano. (fv)

Sprofonderà l’odore acre dei tigli
Nella notte di pioggia. Sarà vano
Il tempo della gioia, la sua furia,
quel suo morso di fulmine che schianta.
Rimane appena aperta l’indolenza,
il ricordo di un gesto, d’una sillaba,
ma come d’un volo lento d’uccelli
fra vapori di nebbia. E ancora attendi,
non so che cosa, mia sperduta; forse
un’ora che decida, che richiami
il principio o la fine: uguale sorte,
ormai. Qui nero il fumo degli incendi
secca ancora la gola. Se lo puoi,
dimentica quel sapore di zolfo
e la paura. Le parole ci stancano,
risalgono da un’acqua lapidata;
forse il cuore ci resta, forse il cuore.


Salvatore Quasimodo da Giorno per giorno

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