L'anno scorso, sul I° numero di NUOVA BUSAMBRA ho pubblicato un breve saggio su uno dei miei principali maestri: Leonardo Sciascia.
Si continua a parlare e a scrivere tanto sul grande scrittore siciliano, ma non sempre mi riconosco su quanto si scrive e si dice.
Per dare ad un pubblico più ampio la possibilità di conoscere il mio punto di vista, ripropongo quel testo nella forma ripresa da una cara amica per il blog del suo Liceo:
La Sicilia di Sciascia
E' possibile presentare la Sicilia di ieri e di oggi attraverso gli
studi e l'impegno di un autorevole, e per questo spesso considerato scomodo, esponente della cultura italiana?
E' quanto ci propone Francesco Virga nel suo saggio La Sicilia di Leonardo Sciascia,
offrendoci con le parole e le riflessioni dello scrittore di Racalmuto
uno spaccato di forte impatto socio-culturale. La denuncia dell'omertà e
dell'ipocrisia, la difesa dei più deboli e dei salinari, una visione
del cattolicesimo rigorosa e pura( quasi eretica se confrontata con
quella degli alti prelati), la scelta dell'impegno "aperto e
problematico" che non si specchia in un dettato ideologico ma
nell'humanitas che ha intorno: le parole di Sciascia sono pietre e
colpiscono anche- e soprattutto- chi cerca di celarsi dietro poteri e
ruoli istituzionali in un paese "con poveri troppo poveri e ricchi
troppo ricchi".
Un saggio di profonda attualità che aiuta a capire geografie umane e
microuniversi culturali con analisi ferma e chiara, senza cadere in
stereotipi o ideologismi.
"Il fallimento dell'autonomia regionale si può senz'altro
attribuire al fatto che è stata intesa e maneggiata come un privilegio,
una franchigia, che lo Stato italiano, sotto la pressione del movimento
separatista, concedeva alla classe borghese-mafiosa(...)"
di Francesco Virga
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