PARLAMENTO NORMALE
Da ieri alle 17,53 il nostro Parlamento è diventato più normale. Non c’è più posto per condannati.
Io personalmente non ho provato nessuna emozione calda, nulla di quello che mi ero immaginata, in questi venti anni, avrei potuto provare. Ma forse è stato perché, per me, Berlusconi era già fuori dall’agosto quando è stato condannato. Ma la condanna è stata una azione della magistratura, mentre quella di ieri era una azione di alta democrazia parlamentare.
Ho provato una grande, anche se fredda, soddisfazione per una azione parlamentare NORMALE e DEMOCRATICA, ma non scontata: un Parlamento che espelle democraticamente, con un voto, chi non è degno di essere parlamentare della Repubblica italiana.
Sembra poco ma è un evento epocale.
Mentre il Parlamento votava la sua decadenza, Berlusconi era fuori, davanti alla sua abitazione privata, fra bandiere prezzolate, guardie del corpo e vedove in nero, era fuori e straparlava, e per la prima volta io l’ho ascoltato senza alcuna indignazione, nè timore: era un fantasma, uno zombie, un mero spettacolo virtuale. Non esisteva più nelle istituzioni, era una viscida lumaca a cui avevano tolto l’abusiva protezione del guscio.
Ho provato anche una profonda tristezza e nostalgia per quello che poteva essere e non è stato. Per tutto quello che avrebbero potuto fare i voti del Pd uniti a quelli del M5s nel breve periodo di fiducia chiesto da Bersani.
Una grande occasione persa che non si ripresenterà più.
Ormai mi resta solo la speranza (forse vana) che almeno, quei voti, si uniscano per fare una intelligente e definitiva legge elettorale. Una vera legge votata dal Parlamento, con adeguati pesi e contrappesi, e che non sia frutto veloce di referendum come l’incompleto mattarellum e che soprattutto non sia una vera e propria porcata ad partitum, e pure personale, come il porcellum. Con la speranza che simili infamie (come è stata la legge di calderoli) non accadano più nel nostro Parlamento.
E per finire un grazie al Grande Ministro Paola Severino :-)
Un commento ancora più efficace sull'argomento l' ho trovato ieri sera nelle parole di un'amica, in cui mi sono immediatamente riconosciuto : "Quell'essere immondo è fuori dal Parlamento, ma perché non riesco a gioire? Non riesco a gioire perché il mio paese è in ginocchio, milioni di persone vivono in povertà, milioni di giovani e meno giovani sono senza lavoro o con lavori precari, migliaia di aziende oneste sono costrette a chiudere, la scuola è in condizioni pietose, beni culturali e cultura sono quasi senza risorse e potrei, ma non ce la faccio, continuare l'elenco.
RispondiEliminaSono triste, perché ci sono voluti vent'anni, la sinistra non esiste più e qualche milione di persone sono pronte a rivotare l'uomo di arcore e i suoi sgherri." (Giovanna Soffiantini)
Sono triste perché il mio è un paese decaduto e triste.