Dal sito http://viadellebelledonne.wordpress.com/2013/11/29/mallarmealcuni-frammenti-sulla-inessenza/ riprendo questi straordinari versi:
Tu puoi, con le tue piccole
mani, trascinarmi
nella tomba- tu
ne hai diritto-
io-
che ti seguo, io
mi lascio andare-
ma se tu
lo desideri , entrambi noi,
lascia che noi facciamo…
un’alleanza
un imene, superbo
e la vita
che dentro mi rimane
la userò per –
mani, trascinarmi
nella tomba- tu
ne hai diritto-
io-
che ti seguo, io
mi lascio andare-
ma se tu
lo desideri , entrambi noi,
lascia che noi facciamo…
un’alleanza
un imene, superbo
e la vita
che dentro mi rimane
la userò per –
no-nulla
a che vedere con le grandi
morti- ecc
fino a che noi
saremo vivi, egli
vivrà- dentro di noi
solo dopo la nostra
morte lui sarà morto
-e le campane
a morto suoneranno per lui.
a che vedere con le grandi
morti- ecc
fino a che noi
saremo vivi, egli
vivrà- dentro di noi
solo dopo la nostra
morte lui sarà morto
-e le campane
a morto suoneranno per lui.
Vela-
naviga
fiume,
la tua vita che
passa, scorre via.
naviga
fiume,
la tua vita che
passa, scorre via.
Sole al tramonto
e vento
ora è scomparso,e
vento di nulla che soffia
( qui, la moderna
? inessenza)
e vento
ora è scomparso,e
vento di nulla che soffia
( qui, la moderna
? inessenza)
morte-sussurra piano-
io non sono nessuno-
non so nemmeno chi io mi sia
poiché i morti
non sanno che sono
morti- non sanno neanche di morire
-per i bambini almeno
-o
per gli eroi le improvvise
morti
perché altrimenti
la mia bellezza è
fatta solo di ultimi momenti-
lucidità, bellezza
volto-di ciò che io
sarei,senza me stesso.
io non sono nessuno-
non so nemmeno chi io mi sia
poiché i morti
non sanno che sono
morti- non sanno neanche di morire
-per i bambini almeno
-o
per gli eroi le improvvise
morti
perché altrimenti
la mia bellezza è
fatta solo di ultimi momenti-
lucidità, bellezza
volto-di ciò che io
sarei,senza me stesso.
Oh, tu comprendi
che se acconsento
a vivere-a sembrare
dimenticarti-
è solo
per nutrire il mio dolore
-così che l’apparente
oblio
ruscelli più
orribilmente in lacrime, a un
qualsiasi
momento, in mezzo
a questa vita,quando
tu mi appaia
che se acconsento
a vivere-a sembrare
dimenticarti-
è solo
per nutrire il mio dolore
-così che l’apparente
oblio
ruscelli più
orribilmente in lacrime, a un
qualsiasi
momento, in mezzo
a questa vita,quando
tu mi appaia
vero cordoglio nell’
appartamento
-non nel cimitero-
mobili
appartamento
-non nel cimitero-
mobili
trovare solo
assenza-
in presenza
degli abitini
- ecc-
assenza-
in presenza
degli abitini
- ecc-
no-io non
lascerò
l’inessenza
padre-io
sento che l’inessenza
m’invade
lascerò
l’inessenza
padre-io
sento che l’inessenza
m’invade
Questi sono alcuni dei frammenti
scritti da Mallarmè nel 1879 al capezzale del figlio Anatole, l’unico
figlio e morto all’età di 8 anni per un morbo definito come reumatismo
infantile.
Si tratta di brevi componimenti molto oscuri: schizzi per un poema
mai iniziato:furono scoperti solo negli anni Cinquanta.
Ciò che qui viene trascritto è la traduzione di una parte di questi frammenti,di questi appunti funebri (in totale ce ne sarebbero una quarantina)ed è opera dallo scrittore PAUL
AUSTER (che poi vide pubblicate queste sue traduzioni nel 1979- cento anni dalla morte di Anatole- sulla rivista Paris Revieu accanto a una foto di Anatole vestito alla marinara)
Questi versi particolari compaiono nel suo libro intitolato L’INVENZIONE DELLA SOLITUDINE, straordinario libro dove vengono vivisezionati i suoi profondi e complessi rapporti con la figura del proprio padre morente e del proprio figlio di due anni che aveva nello stesso periodo corso grave pericolo per una
crisi grave di asma non immediatamente riconosciuta (e anche per questa strana coincidenza e per avere vissuto in prima persona il terrore di una possibile e mai pensata prima perdita del suo bambino Paul Auster inizia il brano in cui compaiono i versi luttuosi di Mallarmè con queste parole “La moderna inessenza. Interludio sulla forza di vite parallele”(Paul Auster scrive anche:”Forse tradurre quella quarantina di frammenti di Mallarmè non voleva dir nulla, ma per lui equivaleva a offrire una preghiera di ringrazamento per la vita di suo figlio. Una preghiera per cosa?Forse al nulla.Alla sua idea della vita. Alla moderna inessenza.”
Si tratta di brevi componimenti molto oscuri: schizzi per un poema
mai iniziato:furono scoperti solo negli anni Cinquanta.
Ciò che qui viene trascritto è la traduzione di una parte di questi frammenti,di questi appunti funebri (in totale ce ne sarebbero una quarantina)ed è opera dallo scrittore PAUL
AUSTER (che poi vide pubblicate queste sue traduzioni nel 1979- cento anni dalla morte di Anatole- sulla rivista Paris Revieu accanto a una foto di Anatole vestito alla marinara)
Questi versi particolari compaiono nel suo libro intitolato L’INVENZIONE DELLA SOLITUDINE, straordinario libro dove vengono vivisezionati i suoi profondi e complessi rapporti con la figura del proprio padre morente e del proprio figlio di due anni che aveva nello stesso periodo corso grave pericolo per una
crisi grave di asma non immediatamente riconosciuta (e anche per questa strana coincidenza e per avere vissuto in prima persona il terrore di una possibile e mai pensata prima perdita del suo bambino Paul Auster inizia il brano in cui compaiono i versi luttuosi di Mallarmè con queste parole “La moderna inessenza. Interludio sulla forza di vite parallele”(Paul Auster scrive anche:”Forse tradurre quella quarantina di frammenti di Mallarmè non voleva dir nulla, ma per lui equivaleva a offrire una preghiera di ringrazamento per la vita di suo figlio. Una preghiera per cosa?Forse al nulla.Alla sua idea della vita. Alla moderna inessenza.”
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