In A ciascuno il suo,
Sciascia fa raccontare al parroco di sant'Anna una barzelletta sui
preti. Il lettore può ricavarne indizi, suggestioni, implicazioni e
può impiantarvi su ragionamenti, ma a me sembra di per sé buona,
cioè capace di suscitare se non il riso, almeno un sorriso.
“la barzelletta della perpetua giovane”
“Lei l’ha mai sentita
la barzelletta della perpetua giovane, dell’inchiesta del
vescovo...? No? Gliela voglio raccontare: per una volta, sentirà una
barzelletta sui preti raccontata da un prete... Dunque: al vescovo
vanno a riferire che in un paese c’è un prete che non solo tiene
una perpetua di età molto al di sotto, come dice Manzoni (lupus in
fabula), della sinodale; ma che se la corica a lato, nello stesso
letto. Il vescovo, naturalmente, corre: piomba in casa del prete,
vede la perpetua, giovane e belloccia davvero, poi la camera da
letto, il letto a due piazze e mezza. Contesta al prete l’accusa.
Il prete non nega «È vero» dice «eccellenza che lei dorme da
questo lato e io da quest’altro: ma, come vede, al muro, tra il mio
lato e il suo, ci sono dei cardini; e a questi cardini io ogni sera,
prima di andare a letto, attacco questa grande e robusta tavola, che
è come un muro» e mostra la tavola. Il vescovo si addolcisce, è
stupito da tanto candore: ricorda qualcuno di quei santi del medioevo
che andavano a letto con una donna ma mettendo una croce o una spada
nel mezzo; con dolcezza dice «Ma figliuolo mio, la tavola si, non
c’è dubbio, è una precauzione; ma la tentazione, se la tentazione
ti assale furiosa, rabbiosa, infernale qual è? E tu che fai, quando
la tentazione ti assale?» «Oh eccellenza» risponde il prete
«non ci vuole poi tanto: levo la tavola».
Leonardo Sciascia, da A ciascuno il suo , Einaudi,1966
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