"Non
promettiamo di essere dei geni, di sviscerare il mistero del mondo e di
determinare il preciso e quotidiano menu delle azioni che occorrono per
diventare grandi uomini. Ma promettiamo di essere onesti e sinceri. Noi
sentiamo fortemente l'eticità della vita intellettuale, e ci muove il
vomito a vedere la miseria e l'angustia e il rivoltante traffico che si
fa delle cose dello spirito. Sono queste le infinite forme d'arbitrio
che intendiamo denunciare e combattere. Tutti le conoscono, molti ne
parlano; nessuno le addita pubblicamente. Sono i giudizi leggeri e
avventati senza possibilità di discussione, la ciarlataneria di artisti
deficienti e di pensatori senza reni, il lucro e il mestiere dei
fabbricanti di letteratura, la vuota formulistica che risolve
automaticamente ogni problema. Di lavorare abbiamo voglia. Già ci
proponiamo di tener dietro a certi movimenti sociali che si complicano
di ideologie, di informare senza troppa smania di novità, di quel che
meglio si fa all'estero; di proporre riforme e miglioramenti alle
biblioteche pubbliche, di occuparci della crisi morale delle università
italiane; di segnalare le opere degne di lettura e di commentare le
viltà della vita contemporanea".
(Editoriale di Prezzolini e manifesto de "La Voce", che appare sul primo numero della rivista il 27 dicembre 1908)
N.B.: Antonio Gramsci si formò leggendo anche questa rivista.
(Editoriale di Prezzolini e manifesto de "La Voce", che appare sul primo numero della rivista il 27 dicembre 1908)
N.B.: Antonio Gramsci si formò leggendo anche questa rivista.
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