“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
17 dicembre 2016
ALDO GERBINO POETA ALLA GALLERIA D'ARTE STUDIO 71 DI PALERMO
«Gerbino è un poeta-filosofo, non privo di una sua speciale visionarietà, una visionarietà da matematico, e da uomo straordinariamente aperto al mondo, attratto da ogni sua possibile realtà o parvenza, nella consapevolezza, sempre capace di meraviglia, del nostro parziale e improprio sentire e comprendere, tra “lotta e scompiglio di materia”. Indaga realtà e dimensioni umane, naturalmente, le nostre, di esseri “così, transverberati, essiccati come l’orologio paterno / che portiamo al polso, toccati dalla sua vita, tracimiamo / con lentezza nel tempo del padre: noi concimi, noi staffette”. E tutto questo dentro il pesante “grugnito del mondo”. Ma il poeta ha i suoi numi tutelari, le grandi figure sulle cui spalle può ancora ergersi. Ecco allora che Aldo Gerbino introduce nel testo o trae spunto dalle loro opere, molti autori importanti nella sua articolazione di pensiero poetico: Filippo de Pisis, Walter Beniamin, Virginia Woolf, e altro ancora, come il cantastorie poeta Michele Abbatissa, il cronista piacentino duecentesco Gabriele De Mussis, arrivando a citare parole dal film Fuga da Alcatraz. Tutto questo gli permette di comporre un’opera intellettualmente quanto mai vitale ed esteticamente godibile, capace di esorcizzare la morte».
(Dalla Prefazione di Maurizio Cucchi al libro Comete mercuriali.... Taccuino poetico (2007-2015) di Aldo Gerbino)
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