Pubblico con grande piacere il pezzo che mi ha gentilmente inviato poco fa l'amico scrittore Antonino Cangemi:
De Mauro. Una cronaca italiana, torna in libreria l’opera di Giuliana Saladino, dopo 44 anni
Antonino Cangemi
La sera del 16 settembre del 1970 Mauro De Mauro, cronista di razza dell’Ora, non fece in tempo a raggiungere la sua abitazione palermitana in via delle Magnolie. Venne rapito a pochi passi dalla sua casa e di lui non si ebbero più notizie. La sua scomparsa è un giallo ancora irrisolto e inquietante in cui s’intrecciano mafia, golpe di stato, poteri deviati, morti eccellenti e misteriose.Due anni dopo, nel ’72, Giuliana Saladino, indimenticata giornalista anche lei dello storico quotidiano palermitano, pubblicò per i tipi di Feltrinelli “De Mauro. Una cronaca italiana”. A distanza di 44 anni, il libro viene riproposto dall’Istituto Poligrafico Europeo col titolo “Romanzo politico. De Mauro, una cronaca italiana” e con un avvincente e interessante saggio introduttivo di Antonino Blando.
Le ragioni del nuovo titolo sono spiegate proprio nella prefazione di Blando: “Una cronaca politica? Non proprio. Un romanzo poliziesco? Neanche. Un giallo? No di certo. Un pamplhet? Per niente. Un diario civile? Non è il caso. Un libro di denuncia giornalistica? Per favore no! Allora che cos’è quest’opera di Saladino si chiederà il lettore. Difficile rispondere perché è all’incrocio di tutto questo, racchiude tutti questi generi ma non li contiene. Quello della Saladino è uno dei pochi esempi italiani di un canone molto difficile che oggi possiamo definire, come per il titolo, romanzo politico”.
D’altra parte Giuliana Saladino non era soltanto una cronista -attenta, coraggiosa, puntuale-, ma anche una scrittrice, oltre che una donna impegnata in politica, una scrittrice che sapeva cogliere umori, atmosfere, dettagli che sfuggono alla mera cronaca, alla semplice registrazione dei fatti osservati. Nel suo libro su De Mauro, quale che sia il titolo, accanto alla ricostruzione degli avvenimenti che ruotano attorno alla scomparsa del giornalista, alle annotazioni cronachistiche, si delineano scenari allarmanti e sinistri che connotano stagioni politiche torbide, si avverte il terrore subdolo e strisciante di quegli anni, con le sfumature di un noir, ma alle vicende pubbliche s’intrecciano quelle familiari, private, narrate con discrezione e sensibilità sullo sfondo di una Palermo ambigua e tuttavia seducente. Il mondo di raccontare della Saladino, per quanto il suo stile sia asciutto, e l’intrigo di una storia in cui emergono gli aspetti più tenebrosi e grotteschi del potere fanno del suo libro un romanzo, quasi che la realtà -ché ad essa la Saladino guarda senza aggiungervi nulla- sia di per sé romanzesca e cupa come il più enigmatico e tetro poliziesco.
Il caso De Mauro, d’altronde, che prima d’essere rapito si stava occupando della morte del presidente dell’Eni Enrico Mattei e su cui tanto hanno detto i pentiti di Cosa nostra, richiama fortemente i legami tra mafia e politica e le trame oscure e perverse della peggiore politica.
“Romanzo politico. De Mauro, una cronaca italiana” è stato presentato il 14 dicembre a Palermo, nella sala consiliare di Palazzo delle Aquile; venerdì 16 verrà presentato a Marineo, presso il Castello, da Antonino Blando, ricercatore di Storia contemporanea all’ateneo di Palermo, dall’editore Dario Carnevale e da Francesco Virga, presidente del Cesim.
Antonino Cangemi, 14 dicembre 2016
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