03 dicembre 2016

LEONARDO SCIASCIA, Il libro e l' idea




Chi scrive libri diciamo di immaginazione, sa quanto è difficile, e quasi impossibile, rifarne poi la genesi, ritrovare il primo seme, il primo elemento, la prima suggestione da cui sono nati - e insomma quella che si suole chiamare «l’idea». E non minore difficoltà comporta il voler rendersi o dar conto dello sviluppo di quell’idea, delle molte e diverse e casuali giustapposizioni o efflorescenze - qualcosa di simile a quelle che Stendhal, di cui vogliamo parlare, chiama, in amore, «cristallizzazioni».
«Come le è venuta l’idea?» si sente spesso chiedere l’autore di un romanzo, di un racconto. «Già, come mi è venuta l’idea», si chiede l’autore: e la risposta che trova e che dà inaugura, ma dentro di sé, come un gioco di scatole cinesi, ché ce n’è sempre una seconda dentro la prima, una terza dentro la seconda; e cosi via.


Da “In margine a Stendhal” in Cruciverba, Einaudi, 1983

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