04 dicembre 2016

OMAR KHAYYAM: IL "CARPE DIEM" PERSIANO


Poichè nessuno risponde, ahimè, del domani
allieta dunque, oggi, questo triste cuore.
Vino bevi al chiaro di luna, o Luna, ché la luna
molto ancora brillerà, e noi non troverà sulla Terra.

***


Sii lieto, ché il dolore sarà infinto:
nel cielo avverranno le congiunzioni dei pianeti
e i mattoni che si faranno col tuo corpo
saranno per i palazzi degli altri

***
Non ricordare il giorno trascorso
e non perderti in lacrime sul domani che viene:
su passato e futuro non far fondamento
vivi dell’oggi e non perdere al vento la vita.

***
Danzatrici e vino, e fanciulle belle come Urì, ce n’é.
Anche di acque correnti e sponde erbose, ce n’è.
Meglio di questo non chiedere. Non temere l’Inferno poiché è spento.
In verità, fuori di questo non c’è Paradiso. Se Paradiso c’è.

Omar Khayyam, - il poeta persiano censurato dagli ajatollah

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