01 dicembre 2016

ROSARIO GIUE' SPIEGA LE RAGIONI DEL SUO NO.

Rosario Giue' tra Leoluca Orlando e il Vescovo Corrado Lorefice in occasione della presentazione del suo ultimo libro.


Sono mille le ragioni per votare NO tra due giorni al referendum costituzionale. Rosario Giuè è riuscito ad indicare, con poche parole e con grande chiarezza, le ragioni principali:

Perché NO ad una riforma oligarchica, confusa e scritta male.
Rosario Giuè

L’attuale parlamento, eletto nel febbraio 2013 con la legge elettorale "Porcellum" (annullata dalla Corte Costituzionale con sentenza n.1/14) non ha ricevuto il mandato dai cittadini e dalle cittadine di riscrivere 47 articoli della Carta comune, stravolgendola. Questo parlamento, in via normale, dopo l’annullamento della legge elettorale poteva o doveva svolgere soltanto attività ordinaria; dopo breve tempo, per essere legittimato politicamente, doveva essere sciolto e andare a nuove elezioni. Invece è avvenuto che chi ha avuto solo il 25% dei voti e ottenuto alla Camera ben 340 seggi (regalati con il premio di maggioranza incostituzionale!) ha pensato di provare a intestarsi un’operazione straordinaria mutando l’assetto costituzionale, per avere meriti politici.
L’art. 138 della Costituzione prevede, certo, la modifica costituzionale. Ma proprio quell’articolo chiede che, di norma, le modifiche siano frutto di un accordo largo che coinvolga i 2/3 del Parlamento, cioè di larghissima parte dei rappresentanti del popolo. Perché lo fa? Lo fa per mantenere viva l’idea e la sostanza della Costituzione come “Patto” fra “molti” e fra “diversi” (dal cattolico Dossetti al comunista Togliatti). Perché se oggi si modifica la Costituzione a colpi di maggioranza in Parlamento e, attraverso il referendum, con la divisione del popolo, il rischio è che domani possa venire qualcun altro per modificare il “Patto comune” a suo piacimento, anche in senso autoritario, giustificandosi proprio sulla base del precedente del 2016. La Costituzione davvero deve diventare ostaggio dei gruppi politici-partitici del momento e non più un progetto condiviso per farci stare insieme?Oggi si giustifica la riforma parlando di «democrazia veloce». Ma per fare cosa?
Si vuole di cambiare in profondità la “forma di governo” del Paese: da governo parlamentare rappresentativo a un sistema con una forte centralità del Governo a discapito del Parlamento. Tale disegno è favorito e rinforzato dalla legge elettorale “Italicum”, molto simile al “Porcellum” (dunque, incostituzionale!). Questo disegno, apparentemente suggerito come innocuo, è in realtà un disegno oligarchico (potere a pochi) e serve per rispondere alle richieste esterne che vengono dai burocrati dell’Unione Europea, dal Fondo monetario Internazionale e da chi vede negli strumenti democratici un ostacolo alla logica liberista (profitto a tutti i costi) e mercatista (tutto è in vendita!). Con quale risultato? Quello di tagliare i diritti sociali fondamentali e rendere la vita dei più deboli più precaria! La Costituzione va attutata, non colpevolizzata! Va osservato, per finire, che il testo costituzionale scritto dai Padri e dalle Madri costituenti è semplice, chiaro e tutti lo possono comprendere. Il testo della riforma Boschi è contraddittorio e scritto in modo incomprensibile per molti uomini e molte donne. Ecco, nel rispetto di chi dice SI, credo che il NO sia un esercizio di sovranità vigilante, prima che sia ridotta.
 Rosario Giuè

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