“La voce della verita” di Vindice Lecis
“Hanno intelligenza e passione”.
A parlare in questo modo dei comunisti è un ispettore della nascente
OVRA che fa capolino nella seconda parte del romanzo di Vindice Lecis La voce della verità. Storia di Luigi Polano, il comunista che beffò Mussolini.
Edito da “Nutrimenti”, giovane Casa editrice romana. Il libro tratta,
in forma romanzata, la vita e le avventure di Luigi Polano, comunista
sardo, spina nel fianco del regime di Mussolini e “rivoluzionario di
professione”, protagonista di missioni segrete tra Francia e Germania,
Spagna e Urss, ovunque servisse la sua azione di riservatissimo
cospiratore antifascista. “E’ una vera missione quella di scovare i
comunisti e dividerli”, aggiunge sempre lo stesso ispettore. Missione
alla quale si sono dedicati tanti poliziotti e agenti segreti del
regime, riuscendo a infiltrare gli ambienti dell’antifascismo in Francia
e mandarlo a gambe all’aria. Non altrettanto riescono a fare con
l’altro grosso gruppo dei comunisti, quello che agiva in Russia.
L’azione dell’OVRA qui riesce appena a scalfirli. Anzi, forgiati dai
tanti pericoli che la sorte gli manda addosso, i comunisti in Russia
riusciranno prima a beffare i fascisti e poi a organizzare e tenere in
piedi in Italia quei gruppi destinati a diventare le cellule che daranno
inizio alla Resistenza e porteranno l’Italia a liberarsi
dall’oppressione nazi-fascista.
“La voce della verità”,
cui si fa riferimento nel titolo, è quella del sassarese Luigi Polano,
uno straordinario personaggio capace da solo di beffare il potente
apparato propagandistico, rappresentato dalla radio (Eiar) e dal
cinegiornale (Istituto Luce), che il fascismo usava per contrabbandare
una visione potente e imperiale di se stesso, arrivando persino a
millantare vittorie, nei fronti di guerra, mai esistite. Luigi Polano
riesce a infiltrarsi e a ridicolizzare uno dei programmi di punta
dell’azione dell’Eiar. Lecis racconta l’impresa così: “ottobre 1941,
tutte le sere l’aretino Mario Appelius, voce di punta della propaganda
radiofonica fascista, nel programma delle otto di sera “Commento ai
fatti del giorno” che finiva con l’abituale invettiva “Dio stramaledica
gli inglesi”, annuncia cose del genere “Non può sfuggire la vittoria
dell’Asse contro le potenze demo-giudaiche-bolsceviche”, ma nel momento
in cui il commentatore faceva una pausa per respirare s’inseriva la voce
di Luigi Polano “ Bugiardo…tu inganni il popolo italiano…l’Asse non
potrà vincere la guerra…Hitler e Mussolini saranno sconfitti… Il
fascismo ha trascinato l’Italia in una tragica avventura…l’Italia dovrà
pagare un alto prezzo di sangue, di distruzione di miseria per questa
guerra ingiusta, pazzesca, criminale…”.
Questa rappresentazione della realtà
arrivava agli italiani dopo anni di censura ferrea e di propaganda
martellante e a senso unico che comunque non ne avevano sopito del tutto
lo spirito critico e l’istinto alla ribellione. Le incursioni
radiofoniche clandestine continuarono per molto tempo, fino al 1944 e
alla liberazione di Roma. Agenti e poliziotti fascisti sguinzagliati in
Italia e in Europa si affannavano per capire da dove trasmettevano i
comunisti. Ma non ci fu niente da fare. L’OVRA non riuscì a far tacere
la voce della verità, e la voce di punta della propaganda fascista perse
del tutto la sua credibilità. Non si è mai saputo da dove Polano
trasmettesse i suoi messaggi radiofonici. Il comunista sassarese non
volle mai rivelarlo, neanche a Enrico Berlinguer, suo concittadino e
segretario del Partito Comunista Italiano, che glielo chiese
espressamente nel 1982 quando andò a fargli visita nella sua casa di
Sassari. I due morirono nello stesso anno, due anni dopo, nel 1984 e
Polano si portò il segreto nella tomba.
Il racconto di queste storie è supportato da un’invidiabile capacità di penna. Lecis
riesce a farci calare nei luoghi reali dove i fatti avvenivano, ce ne
fa sentire i rumori e gli umori. Ci informa delle abitudini, dei vizi e
delle virtù dei protagonisti. Attraverso dialoghi serrati ci fa apparire
quanto fosse eroica da una parte e sofferta dall’altra la vita dei
rivoluzionari di professione che con la schiena dritta riuscirono a
tenere accesa la speranza della libertà. Nel contempo, spesso in
evidenza, altre volte sottotraccia, ci informa sulle intemperie di
quegli anni bui che inghiottirono le esistenze di milioni di persone,
prima nel tentativo di contrastare il fascismo imperante in Europa, poi
nelle lotte fratricide della Russia staliniana e infine nel macello
della seconda guerra mondiale.
Altro pregio del libro è
la riproposta, spesso in esergo dei singoli capitoli, delle copie
originali dei documenti riguardanti Luigi Polano contenuti nel fascicolo
a lui riservato nel casellario giudiziario del Ministero dell’interno.
Un fascicolo alto e robusto il suo, quanto smilzo e gracile era quello
di Maria Piras, la moglie che lo accompagna, lungo tutto il libro, nella
sua straordinario vita dedicata alla rivoluzione. Fa dunque bene Lecis a
introdurre la vicenda con un pensiero di Antonio Gramsci: “Ogni
movimento rivoluzionario è romantico per definizione”.
Pier Giorgio Serra, 18 giugno 2014, su http://unaltrasestu.com/
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