16 giugno 2014

PAROLE E COSE


Il primo atto rivoluzionario è chiamare le cose con il loro nome».
 
Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti.



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Anche sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi perché ordinariamente sono sinceri, e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina.
In modo che più volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli, essendo gli uomini prontissimi a sofferire o dagli altri o dal cielo qualunque cosa, purché in parole ne sieno salvi.


Giacomo Leopardi, da Lo Zibaldone



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Non  bisogna concepire la  discussione  scientifica come un processo giudiziario, in cui c’è un imputato e un procuratore che, per obbligo d’ufficio,  deve dimostrare che l’imputato è colpevole e degno di essere tolto dalla circolazione. Nella discussione scientifica, poiché si suppone che l’interesse sia la ricerca della verità[…], si dimostra più avanzato chi si pone dal punto di vista che l’avversario può esprimere un’esigenza che deve essere incorporata […] nella propria costruzione. Comprendere e valutare realisticamente la posizione e le ragioni dell’avversario […]significa appunto essersi liberato dalla prigione delle ideologie ( nel senso deteriore di cieco fanatismo ideologico), cioè porsi da un punto di vista critico».

 Antonio Gramsci, Quaderni del carcere, Einaudi.









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