Romanzo criminale: vita, fuga e arresto del Tartufo
Oggi il Manifesto esce con una copertina dal titolo molto significativo: Romanzo criminale, e sotto la foto di Silvio Berlusconi eMarcello Dell’Utri, la mente e il braccio del romanzo, ambedue protagonisti di un vero e proprio feuilleton criminale in cui ci hanno obbligato a vivere negli ultimi venti anni, con l’irresponsabile consenso elettorale della maggioranza degli italiani.
Berlusconi tutto sommato se la cava con l’affido ai servizi sociali, ma NON può inveire contro i magistrati (e che grande bacino di voti-lazzaroni italiani erano quegli attacchi!). Dell’Utri, condannato a 15 anni, tenta la fuga.
Con l’appoggio di finanzieri neri e di agenti segreti, e con consigli e istruzioni di Gennaro Mokbel, un estremista nero degli anni settanta, arriva in Libano, forse via Israele (come consigliato appunto da Mokbel), per evitare di arrivare direttamente in aereo a Beirut .
Gli amici inossidabili degli scorsi vent’anni si stanno ormai allontanando. Uno dopo l’altro abbandonano, alla spicciolat, i due compari: Alfano, Cicchito, Schifano, Lupi, ecc. e ultimo, ieri, Bonaiuti.
EPILOGO
IL ROMANZO FINISCE FORSE OGGI, con la fine della fuga di Dell’utri, personaggio descritto anche da Cesare Garboli, in uno dei suoi geniali articoli, e molti scritti, come un nero Tartufo moderno.
Dell’Utri, tradito da un cellulare e dalla carta di credito, viene localizzato e Alfano ne annuncia l’arresto (oltre a leggere ascoltate anche il video che fa un sommario della storia di dell’Utri, troppo spesso, ci dimentichiamo che terribile periodo abbiamo vissuto. Chi addirittura ci è nato o cresciuto dentro non ne immagina neppure tutta la gravità).
Vi segnalo due articoli sul Manifesto privi però delle ultime notizie.
- Norma Rangeri, Il regista e il primo attore, Manifesto 12 aprile 2014.
- Andrea Colombo, Il colpo al cuore del Biscione, Manifesto, 11 aprile 2014
Fonte: http://georgiamada.wordpress.com/
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