25 aprile 2014

L'OMBRA DI GIORDANO BRUNO









Giordano Bruno, Le Ombre delle Idee, prima intenzione:


"Il più saggio degli Ebrei, presentando la perfezione dell'uomo e

la conquista della cosa migliore che si possa ottenere in questo

mondo, fa dire così alla sua amica: "MI SONO SEDUTA ALL'OMBRA DI COLUI CHE AVEVO DESIDERATO (Cantico dei cantici, 2,3).

Infatti questa nostra natura non è così grande da potere abitare,

secondo la sua capacità, il campo stesso della verità. Infatti è

stato detto: "L'uomo vivente è vanità, soltanto vanità".

(Qoelet,1, 2). E ciò che è vero e buono è la prima e unica cosa.

D'altronde come potrebbe accadere che ciò il cui essere non è

propriamente vero e la cui essenza non è propriamente verità abbia

in sé efficacia e atto di verità? Perciò a esso basta, ed è anche

molto, che sieda all'ombra del bene e del vero. Non dico all'ombra

del vero e del bene naturale e razionale (così infatti si direbbe

male e falsamente), ma metafisico, ideale e sovrasostanziale;

donde è reso partecipe di ciò che è bene e vero, secondo la sua

facoltà, l'animo che, anche se non possiede tanto da essere

l'immagine di quello, tuttavia è a immagine di quello; allora la

trasparenza, che è l'anima stessa, delimitata dall'opacità, che è

il corpo stesso, esperimenta nella mente dell'uomo qualcosa

dell'immagine, finché approda a essa; ma nei sensi interni e nella

ragione, nei quali ci volgiamo nella nostra vita animale,

esperimenta l'ombra stessa." (Giordano Bruno)





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