20 aprile 2014

IL VENTO DELL'AUTONOMIA SOFFIA ANCHE IN CORSICA






La Corsica, come l'Occitania, la Sardegna e i Paesi baschi è una nazione senza Stato. Dopo decenni di lotte (anche armate) per la prima volta una grande città dell'isola è amministrata dagli autonomisti. Parla il sindaco: "L’autonomia, un tema che gode del sostegno popolare, è in sintonia con la società che vogliamo costruire: moderna, riconciliata, aperta all’Europa".

Alessandro Michelucci,

Gilles Simeoni, la presa di Bastia

Le recenti ele­zioni ammi­ni­stra­tive fran­cesi non hanno segnato sol­tanto l’affermazione del Front Natio­nal gui­dato da Marine Le Pen. Lon­tano da Parigi, in un con­te­sto poli­tico e cul­tu­rale molto diverso, è suc­cesso un pic­colo mira­colo. In Cor­sica è stato eletto sin­daco di Bastia l’avvocato Gil­les Simeoni, figura emer­gente dell’autonomismo isolano.

La netta dif­fe­renza fra auto­no­mi­sti e sepa­ra­ti­sti dovrebbe essere lapa­lis­siana, ma vale la pena di sot­to­li­nearla, dato che molta stampa si ostina a usare i due ter­mini come sinonimi.

L’affermazione di Gil­les Simeoni (55,40%) è stata pos­si­bile gra­zie all’alleanza tra­sver­sale che la sua lista (Inseme per Bastia) aveva con­cluso con libe­rali, socia­li­sti e una lista di sini­stra dis­si­dente dopo il primo turno. Una vit­to­ria impor­tante per due ragioni: anzi­tutto è la prima volta che un auto­no­mi­sta viene eletto primo cit­ta­dino di una grande città corsa; inol­tre segna la fine del lungo potere della fami­glia Zuc­ca­relli, che dal 1912 a oggi ha gover­nato la città por­tuale per 60 anni. Ma non era ancora sazia: il figlio del sin­daco Émile Zuc­ca­relli, Jean, che gui­dava una coa­li­zione radical-comunista, è arri­vato secondo con il 44,59%. Al primo turno aveva supe­rato Simeoni di pochi voti.

Anche il vin­ci­tore vanta parenti auto­re­voli: è il figlio mag­giore di Edmond Simeoni, figura quasi leg­gen­da­ria dell’autonomismo corso. Nell’isola la poli­tica è spesso un affare di fami­glia, ma non biso­gna fare di ogni erba un fascio. Edmond Simeoni è stato con­si­gliere regio­nale, ma non ha mai rico­perto altre cari­che isti­tu­zio­nali di rilievo. Oggi que­sto gastroen­te­ro­logo in pen­sione pre­fe­ri­sce impe­gnarsi nella società civile: cura un blog, dirige l’associazione Cor­sica Dia­spora et Amis de la Corse, cerca di valo­riz­zare il ruolo della donna in un’isola dove il maschi­li­smo ha radici pro­fonde. Inol­tre si batte con­tro la cul­tura della vio­lenza che negli ultimi anni ha espresso una vita­lità rin­no­vata. Il fra­tello mag­giore di Edmond, Max, è stato par­la­men­tare euro­peo in tempi ormai lon­tani (1989–1994).



Al con­tra­rio gli Zuc­ca­relli, mili­tanti in par­titi nazio­nali di sini­stra, sono sem­pre stati for­te­mente legati al potere centrale/centralista pari­gino. Non a caso hanno rico­perto anche diverse cari­che ministeriali.

La vit­to­ria di Gil­les Simeoni, 47 anni fra pochi giorni, con­ferma la veloce ascesa poli­tica che l’avvocato auto­no­mi­sta ha rea­liz­zato negli ultimi anni. Alle ele­zioni poli­ti­che del 2010 ha otte­nuto oltre il 31%, arri­vando secondo dopo il gol­li­sta Sau­veur Gandolfi-Scheit. Due anni dopo la lista Inseme per Bastia-Partitu di a Nazione Corsa (Pnc), gui­data da Simeoni e da Jean-Christophe Angelini, ha rag­giunto il 25,89% alle regionali.

Ma lasciamo par­lare Gil­les Simeoni, che abbiamo inter­vi­stato a Bastia nei giorni scorsi.

L’intesa con­clusa dopo il primo turno era sol­tanto un’alleanza elet­to­rale o con­ti­nuerà anche dopo?

L’alleanza fra auto­no­mi­sti, pro­gres­si­sti (Tatti e De Gen­tili) e libe­rali (Milani) è una novità asso­luta per la Cor­sica. Abbiamo rispo­sto a una domanda popo­lare molto forte, per­ché era neces­sa­rio costruire un’alternativa al sistema con­ser­va­tore e rea­zio­na­rio che gover­nava la città da oltre mezzo secolo. Al tempo stesso era neces­sa­rio dare voce a un orien­ta­mento tra­sver­sale che supera la vec­chia distin­zione destra/sinistra: da una parte i con­ser­va­tori, di destra come di sini­stra, sto­ri­ca­mente con­trari al pro­gresso sociale e poli­tico dell’isola, dall’altra i pro­gres­si­sti (i nazio­na­li­sti, certe forze di sini­stra, altre di destra), capaci di unirsi attorno a una piat­ta­forma pro­gram­ma­tica. Noi faremo di tutto affin­ché que­sta alleanza delle forze pro­gres­si­ste si con­so­lidi e si rea­lizzi anche in altre città, per­ché siamo con­vinti che favo­ri­sca lo svi­luppo e la riconciliazione.

Quali sono le sue prio­rità per Bastia?

Il nostro accordo elet­to­rale pre­vede quat­tro punti. Anzi­tutto, demo­cra­tiz­zare la vita della città. Vogliamo rom­pere con un sistema basato sul clien­te­li­smo, i favo­ri­ti­smi, la pes­sima gestione del danaro pub­blico. Vogliamo che Bastia torni a essere la capi­tale eco­no­mica dell’isola, svi­lup­pando il turi­smo, il com­mer­cio e le imprese. Terzo punto: raf­for­zare i legami sociali fra i quar­tieri e le gene­ra­zioni. Infine, aprire la città sul Medi­ter­ra­neo uti­liz­zando la lin­gua e la cul­tura corsa come stru­menti di coe­sione e d’integrazione.

Siete inte­res­sati a svi­lup­pare rap­porti di col­la­bo­ra­zione con la Toscana o comun­que con l’Italia? Bastia, per esem­pio, è gemel­lata con Via­reg­gio, men­tre Por­to­vec­chio e Firenze sono legate da un patto d’amicizia…

Certo, que­sto è uno dei nostri obiet­tivi prin­ci­pali. Fino a oggi la coo­pe­ra­zione con la Toscana, e più in gene­rale con l’area medi­ter­ra­nea, è rima­sta sol­tanto una buona inten­zione. Noi vogliamo svi­lup­parla in tutti i suoi aspetti: cul­tu­rale, eco­no­mico e turistico.




Alle pros­sime ele­zioni euro­pee Fra­nçois Alfonsi (par­la­men­tare auto­no­mi­sta corso eletto nella lista dei Verdi, ndr) non si pre­sen­terà con i Verdi, ma con una lista auto­no­mi­sta. La cosa potrebbe com­pro­met­tere la sua rielezione?

Credo pro­prio di no. Quello che com­pro­mette la rie­le­zione di Alfonsi, che ha lavo­rato egre­gia­mente su temi come le lin­gue mino­ri­ta­rie e la difesa dell’agricoltura, è un cri­te­rio di scru­ti­nio ini­quo, che include la Cor­sica nella regione PACA (Provenza-Alpi-Costa Azzurra). La Cor­sica, data la sua spe­ci­fi­cità, dovrebbe essere una cir­co­scri­zione a sé stante, e quindi avere un seg­gio garan­tito. All’Assemblea regio­nale ho pro­po­sto una mozione con que­sta fina­lità che è stata appro­vata e inol­trata al governo fran­cese, ma la pro­po­sta non è stata accettata.

Nel 2012 l’Assemblea regio­nale ha appro­vato la couf­fi­cia­lità della lin­gua corsa. Per­ché Parigi non ha reagito?

L’Assemblea regio­nale, su pro­po­sta dei depu­tati nazio­na­li­sti e pro­gres­si­sti, ha appro­vato all’unanimità varie mozioni impor­tanti: la couf­fi­cia­lità della lin­gua corsa, la richie­sta dell’autonomia fiscale, la domanda che la spe­ci­fi­cità della Cor­sica venga rico­no­sciuta dalla Costi­tu­zione. Ora deve occu­parsi di un altro tema cen­trale: la pro­prietà fon­dia­ria, che viene seria­mente minac­ciata dalla spe­cu­la­zione immo­bi­liare. Pur­troppo, almeno per ora, il dia­logo col potere cen­trale è a un punto morto, per­ché Parigi fa orec­chi da mer­cante. Ma noi spe­riamo che cambi atteg­gia­mento e che sia pos­si­bile arri­vare a una solu­zione: i pros­simi mesi saranno decisivi.

Oggi uno dei prin­ci­pali obiet­tivi della Cor­sica è quello di otte­nere un’autonomia garan­tita dalla Costi­tu­zione. Crede che que­sto sia possibile?

Il popolo corso è una comu­nità viva, aperta, acco­gliente, con le sue carat­te­ri­sti­che cul­tu­rali, lin­gui­sti­che, geo­gra­fi­che ed eco­no­mi­che. Il rico­no­sci­mento costi­tu­zio­nale e l’adozione di uno sta­tuto d’autonomia sono temi che godono di un largo soste­gno popo­lare e sono in piena sin­to­nia con la costru­zione euro­pea. Vogliamo rag­giun­gere que­sti obiet­tivi con metodi demo­cra­tici. In que­sto modo, insieme alle forze vive dell’isola, costrui­remo una società aperta, moderna, ricon­ci­liata, aperta sull’Europa e sul Mediterraneo.


Il Manifesto – 20 aprile 2014




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