La Corsica, come
l'Occitania, la Sardegna e i Paesi baschi è una nazione senza Stato. Dopo decenni
di lotte (anche armate) per la prima volta una grande città
dell'isola è amministrata dagli autonomisti. Parla il sindaco:
"L’autonomia, un tema che gode del sostegno popolare, è in
sintonia con la società che vogliamo costruire: moderna,
riconciliata, aperta all’Europa".
Alessandro Michelucci,
Gilles Simeoni, la
presa di Bastia
Le recenti elezioni
amministrative francesi non hanno segnato
soltanto l’affermazione del Front National guidato
da Marine Le Pen. Lontano da Parigi, in un contesto
politico e culturale molto diverso, è successo
un piccolo miracolo. In Corsica è stato eletto
sindaco di Bastia l’avvocato Gilles Simeoni, figura
emergente dell’autonomismo isolano.
La netta differenza
fra autonomisti e separatisti
dovrebbe essere lapalissiana, ma vale la pena di
sottolinearla, dato che molta stampa si ostina
a usare i due termini come sinonimi.
L’affermazione di
Gilles Simeoni (55,40%) è stata possibile
grazie all’alleanza trasversale che la sua lista
(Inseme per Bastia) aveva concluso con liberali,
socialisti e una lista di sinistra dissidente
dopo il primo turno. Una vittoria importante per due
ragioni: anzitutto è la prima volta che un autonomista
viene eletto primo cittadino di una grande città corsa;
inoltre segna la fine del lungo potere della famiglia
Zuccarelli, che dal 1912 a oggi ha governato la
città portuale per 60 anni. Ma non era ancora sazia: il figlio
del sindaco Émile Zuccarelli, Jean, che guidava
una coalizione radical-comunista, è arrivato
secondo con il 44,59%. Al primo turno aveva superato Simeoni di
pochi voti.
Anche il vincitore
vanta parenti autorevoli: è il figlio maggiore
di Edmond Simeoni, figura quasi leggendaria
dell’autonomismo corso. Nell’isola la politica è spesso
un affare di famiglia, ma non bisogna fare di ogni erba un
fascio. Edmond Simeoni è stato consigliere
regionale, ma non ha mai ricoperto altre cariche
istituzionali di rilievo. Oggi questo
gastroenterologo in pensione preferisce
impegnarsi nella società civile: cura un blog, dirige
l’associazione Corsica Diaspora et Amis de la Corse,
cerca di valorizzare il ruolo della donna in un’isola
dove il maschilismo ha radici profonde. Inoltre
si batte contro la cultura della violenza che negli
ultimi anni ha espresso una vitalità rinnovata. Il
fratello maggiore di Edmond, Max, è stato
parlamentare europeo in tempi ormai lontani
(1989–1994).
Al contrario
gli Zuccarelli, militanti in partiti nazionali
di sinistra, sono sempre stati fortemente legati
al potere centrale/centralista parigino. Non a caso hanno
ricoperto anche diverse cariche ministeriali.
La vittoria di
Gilles Simeoni, 47 anni fra pochi giorni, conferma la
veloce ascesa politica che l’avvocato autonomista
ha realizzato negli ultimi anni. Alle elezioni
politiche del 2010 ha ottenuto oltre il 31%,
arrivando secondo dopo il gollista Sauveur
Gandolfi-Scheit. Due anni dopo la lista Inseme per Bastia-Partitu di
a Nazione Corsa (Pnc), guidata da Simeoni e da
Jean-Christophe Angelini, ha raggiunto il 25,89% alle
regionali.
Ma lasciamo parlare
Gilles Simeoni, che abbiamo intervistato a Bastia
nei giorni scorsi.
L’intesa conclusa
dopo il primo turno era soltanto un’alleanza elettorale
o continuerà anche dopo?
L’alleanza fra
autonomisti, progressisti (Tatti e De
Gentili) e liberali (Milani) è una novità
assoluta per la Corsica. Abbiamo risposto a una
domanda popolare molto forte, perché era necessario
costruire un’alternativa al sistema conservatore
e reazionario che governava la città da
oltre mezzo secolo. Al tempo stesso era necessario dare
voce a un orientamento trasversale che
supera la vecchia distinzione destra/sinistra: da una
parte i conservatori, di destra come di
sinistra, storicamente contrari al
progresso sociale e politico dell’isola, dall’altra
i progressisti (i nazionalisti,
certe forze di sinistra, altre di destra), capaci di unirsi
attorno a una piattaforma programmatica.
Noi faremo di tutto affinché questa alleanza delle forze
progressiste si consolidi e si
realizzi anche in altre città, perché siamo convinti
che favorisca lo sviluppo e la riconciliazione.
Quali sono le sue
priorità per Bastia?
Il nostro accordo
elettorale prevede quattro punti. Anzitutto,
democratizzare la vita della città. Vogliamo
rompere con un sistema basato sul clientelismo,
i favoritismi, la pessima gestione del
danaro pubblico. Vogliamo che Bastia torni a essere la
capitale economica dell’isola, sviluppando
il turismo, il commercio e le imprese. Terzo
punto: rafforzare i legami sociali fra i quartieri
e le generazioni. Infine, aprire la città sul
Mediterraneo utilizzando la lingua
e la cultura corsa come strumenti di coesione
e d’integrazione.
Siete interessati
a sviluppare rapporti di collaborazione
con la Toscana o comunque con l’Italia? Bastia, per
esempio, è gemellata con Viareggio,
mentre Portovecchio e Firenze sono legate
da un patto d’amicizia…
Certo, questo è uno
dei nostri obiettivi principali. Fino a oggi la
cooperazione con la Toscana, e più in generale
con l’area mediterranea, è rimasta
soltanto una buona intenzione. Noi vogliamo svilupparla
in tutti i suoi aspetti: culturale, economico
e turistico.
Alle prossime
elezioni europee François Alfonsi (parlamentare
autonomista corso eletto nella lista dei Verdi, ndr)
non si presenterà con i Verdi, ma con una lista
autonomista. La cosa potrebbe compromettere
la sua rielezione?
Credo proprio di
no. Quello che compromette la rielezione di
Alfonsi, che ha lavorato egregiamente su temi come le
lingue minoritarie e la difesa
dell’agricoltura, è un criterio di scrutinio
iniquo, che include la Corsica nella regione PACA
(Provenza-Alpi-Costa Azzurra). La Corsica, data la sua
specificità, dovrebbe essere una circoscrizione
a sé stante, e quindi avere un seggio garantito.
All’Assemblea regionale ho proposto una mozione con
questa finalità che è stata approvata
e inoltrata al governo francese, ma la proposta
non è stata accettata.
Nel 2012 l’Assemblea
regionale ha approvato la coufficialità
della lingua corsa. Perché Parigi non ha reagito?
L’Assemblea
regionale, su proposta dei deputati
nazionalisti e progressisti, ha
approvato all’unanimità varie mozioni importanti: la
coufficialità della lingua corsa, la richiesta
dell’autonomia fiscale, la domanda che la specificità
della Corsica venga riconosciuta dalla
Costituzione. Ora deve occuparsi di un altro tema
centrale: la proprietà fondiaria, che viene
seriamente minacciata dalla speculazione
immobiliare. Purtroppo, almeno per ora, il dialogo
col potere centrale è a un punto morto, perché
Parigi fa orecchi da mercante. Ma noi speriamo che
cambi atteggiamento e che sia possibile
arrivare a una soluzione: i prossimi mesi
saranno decisivi.
Oggi uno dei
principali obiettivi della Corsica è quello
di ottenere un’autonomia garantita dalla Costituzione.
Crede che questo sia possibile?
Il popolo corso è una
comunità viva, aperta, accogliente, con le sue
caratteristiche culturali,
linguistiche, geografiche ed
economiche. Il riconoscimento
costituzionale e l’adozione di uno statuto
d’autonomia sono temi che godono di un largo sostegno
popolare e sono in piena sintonia con la
costruzione europea. Vogliamo raggiungere
questi obiettivi con metodi democratici. In
questo modo, insieme alle forze vive dell’isola, costruiremo
una società aperta, moderna, riconciliata, aperta
sull’Europa e sul Mediterraneo.
Il Manifesto – 20
aprile 2014
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