27 aprile 2014

GRAMSCI: un uomo e un'opera da non dimenticare.






Roma, 27 aprile 1937, clinica Quisisana: muore Antonio Gramsci. Che cosa abbiamo perso con lui? Cito un breve passo dal volume di Angelo D' Orsi, Gramsciana. Saggi su Antonio Gramsci, Mucchi editore, Modena, 2014:

Al sentiero gramsciano potremmo dare il nome banale di comunismo alternativo: antideterministico e antimeccanicistico; alternativo al socialismo reale, agli orrori del gulag, allo stalinismo. 
Personalmente preferirei parlare di Gramsci come del portatore di un’altra concezione, che non può essere etichettata semplicemente come comunistica e nemmeno come marxistica; comunismo come prospettiva e marxismo come fonte sono le due strade maestre che conducono a Gramsci, ma che non definiscono, sino in fondo, compiutamente, il suo mondo interiore, i suoi princìpi e i suoi fini. 
Con Gramsci, io credo, incomincia una fase di una storia nuova del pensiero occidentale; una fase nuova che lancia lo sguardo verso altri scenari, e verso altri valori, un mondo in cui l’uguaglianza non sia imposta con la forza, in cui non si obbligherà gli uomini a essere buoni, in cui la disciplina nasca dalla convinzione e dalla partecipazione, dall’educazione, non dalla coercizione; un mondo in cui come egli scriveva fin dal 1920 «il comunismo non oscurerà la bellezza e la grazia».

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