La lettura di questo grande libro è stata decisiva per la mia formazione. Qualche volta proverò a raccontare cosa significò per un adolescente rimasto improvvisamente orfano leggere alcune pagine de La peste in una antologia scolastica.
Oggi mi piace riprendere quello che ne ha scritto un altro giovane in un blog che mostra cosa si può ancora fare in un Liceo Statale. Almeno fino a quando tutto verrà privatizzato e trasformato in una Azienda incaricata di produrre soldatini e polli addomesticati.
f.v.
LA PESTE
di Albert Camus
Relazione a cura di Luisa Vecchio, V B
Nella città algerina di Orano, durante gli anni Quaranta – periodo in
cui il territorio è posto sotto la dominazione francese - scoppia
inesorabile un’epidemia di peste, che recide giorno dopo giorno migliaia
di vite. Isolata con un cordone sanitario dal resto del mondo e del
tutto impotente di fronte alla dilagante pestilenza, la città diventa
teatro dei tormenti di una società che vacilla tra disgregazione e
solidarietà.
Protagonisti della vicenda sono la fede religiosa, il materialismo di
chi non crede in nulla ma che comunque non è capace di “essere felice da
solo”, il puro senso del dovere dell'uomo in quanto essere umano, che
si scontrano con l'indifferenza, il panico e l'egoismo che governano il
mondo.
Il dottor Bernard Rieux è un medico che giustifica la sua esistenza
nell' esercizio della sua professione. Egli si realizza nella lotta per
strappare alla morte i suoi malati e si ribella contro l' assurdità
della morte che non riesce ad accettare come espiazione, come sostiene
invece Paneloux, sacerdote che vede nella peste una punizione divina.
Jean Tarrou è un uomo che si è reso libero prendendo in mano le redini
della sua vita rifiutando di condurre una vita del tutto priva di
umanità. Poi c’è Raymond Rambert, un giornalista straniero per caso
nella città, che cerca con ogni mezzo di lasciare la città per
ricongiungersi con la sua amata, ma che decide di rimanere a causa della
consapevolezza di non poter abbandonare i suoi simili per puro egoismo.
Tutti questi eroi devono dunque confrontarsi con la difficile scelta
tra l’egoistico bene individuale e la genuina solidarietà verso l’essere
umano.
Il tema centrale dell’opera è dunque la lotta tra bene e male. La peste
sarà alla fine vinta, ma sul male che essa rappresenta non ci possono
essere vittorie definitive. La drammatica vicenda - la peste ha un
evidente valore simbolico - spinge i protagonisti del romanzo a cogliere
i valori legati all'esistenza umana: “vi sono negli uomini più cose da
ammirare che da disprezzare”, afferma Camus. E questi valori sono tanto
più profondi quando si riferiscono all'essere umano, al “ prossimo”:
vivendo una situazione avversa, l'uomo scopre di essere accomunato agli
altri uomini dagli stessi sentimenti e dalle stesse aspirazioni, primo
tra tutti il desiderio di reagire alla disperazione e alla morte.
Personalmente devo dire che leggere questo libro mi ha aperto nuovi
orizzonti nella riflessione sulla condizione umana, sulla nostra ragion
d’essere e su quella miriade di azioni che, nel nostro piccolo, abbiamo
la possibilità di compiere mentre viviamo questo meraviglioso mistero
che è la vita.
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