Poetica di un jeans
A quarant’anni dalla pubblcazione, la rilettura di un
articolo di Pasolini
su una pubblicità “scandalosa” riserva nuove sorprese
di Marco Belpoliti
“L’Espresso”, settembre 2013
UN RINGRAZIAMENTO A BEATRICE DA VELA CHE HA GENTILMENTE INOLTRATO L'ARTICOLO
Il 17 maggio 1973 i lettori del "Corriere della Sera" trovano
tra i commenti un articolo di Pier Paolo
Pasolini: "Il folle slogan dei
jeans Jesus". Un lungo pezzo
in cui il celebre intellettuale
analizza la pubblicità di
un marchio di jeans,
Jesus, apparsa sui muri delle
città italiane: "Non avrai altro
jeans all'infuori di me". Punto centrale, un tema che gli sta
molto al cuore: il rapporto tra la Chiesa e
il neocapitalismo. Occasione, l'intervento
censorio richiesto dall’"Osservatore
romano" e rivolto alla
magistratura: va sequestrato il manifesto pubblicitario.
Pasolini spiega ai lettori del giornale della
borghesia italiana che la Chiesa ha perso
la battaglia contro il nuovo potere. E se il «tono piagnucoloso e perbenistico» dell'articolo dell’"Osservatore"
nasconde «la volontà
Minacciosa del Potere», in realtà
il neocapitalismo,
il Nuovo Potere, può fare benissimo
a meno della Chiesa: «Per la religione e soprattutto per la Chiesa non c’è più spazio». Come mostra il caso della denuncia contro il manifesto, la
Chiesa combatterebbe una battaglia in ritardo; la repressione non serve più a
nulla. L’alleanza tra borghesia e Chiesa non è più necessaria, il clericalismo
è un vecchio arnese.
Un pretore siciliano, Salmieri, ordina il sequestro del
manifesto su tutto il territorio nazionale con l’accusa di blasfemia e
oscenità. Nel testo, ripubblicato in Scritti corsari col titolo “Analisi
linguistica di uno slogan”, non c’è stranamente nessuna analisi visiva del
manifesto, come ha notato Giuseppe Mazza, pubblicitario, editore della rivista
BILL.
Pur uomo di cinema, attento agli aspetti visivi, Pasolini
non spende una parola per commentare l’immagine di Oliviero Toscani su cui è
stampigliato lo slogan inventato da Emanuele Pirrella. Nel manifesto si scorge
un corpo abbronzato con zip dei jeans calata e peli biondi del pube in mostra.
Il sesso è in ombra: uomo o donna? Curioso che l’autore del “Decameròn” non
abbia analizzato l’aspetto erotico del messaggio. L’attenzione si fissa invece
sullo slogan e sulla reazione della Chiesa cattolica. Spiega che uno slogan per funzionare deve essere espressivo «per impressionare e convincere»;
tuttavia la sua espressività diventa
subito stereotipata, mentre l'espressività
deve essere «eternamente cangiante»
per offrirsi «a un'ìnterpretaziione infinita».
Che la provocazione sia
di natura sessuale lo conferma il manifesto successivo, sempre di Toscani, su cui Pirrella imprime una nuova frase a effetto. Si scorgono un paio di natiche femminili - sono di Donna Jordan - inguainate in un paio di jeans; sulla cintura è in evidenza il marchio
Jesus. Testo: "Chi mi ama mi
segua”.
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