Giampilieri (ME) 2009
Oggi a Palermo sono rimaste chiuse tutte le scuole per un allarme meteo.
Con la speranza che quanto accaduto nelle ultime settimane a Genova, nella pianura padana, in Puglia e a Catania, non si ripeta a Palermo e provincia mi domando:
Quanti torrenti sono stati murati in Sicilia? Quanti sindaci siciliani hanno usato e/o pilotato l'abusivismo edilizio e il saccheggio del territorio e dei beni comuni?
Questa domanda provocatoria è stata raccolta da pochi questa mattina in facebook. Tra questi ultimi particolarmente significativo e degno di attenzione mi è sembrato l'intervento della Prof. Arch. Flavia Schiavo, docente di Fondamenti di Urbanistica e Pianificazione all'Università di Palermo, che di seguito riporto:
Quanto avvenuto nei decenni trascorsi a Marineo (PA) conferma pienamente quanto sostenuto dalla Prof. Schiavo. Infatti in questo paese, come in tanti altri paesi siciliani, un torrente che attraversava il paese è stato coperto da cemento armato, sull'alveo del torrente si è consentito di edificare case, il Sindaco limiano di allora (oggi Assessore alla Cultura) è stato alla guida del movimento degli abusivi e a molti di questi ultimi è stato consentito di edificare persino su terreni demaniali.
Francesco Virga
Con la speranza che quanto accaduto nelle ultime settimane a Genova, nella pianura padana, in Puglia e a Catania, non si ripeta a Palermo e provincia mi domando:
Quanti torrenti sono stati murati in Sicilia? Quanti sindaci siciliani hanno usato e/o pilotato l'abusivismo edilizio e il saccheggio del territorio e dei beni comuni?
Questa domanda provocatoria è stata raccolta da pochi questa mattina in facebook. Tra questi ultimi particolarmente significativo e degno di attenzione mi è sembrato l'intervento della Prof. Arch. Flavia Schiavo, docente di Fondamenti di Urbanistica e Pianificazione all'Università di Palermo, che di seguito riporto:
"Vuoi
un elenco? A partire da Salvo Lima e Vito Ciancimino e al Piano del 1962, oltre
alla questione relativa alle scelte urbanistiche che hanno eroso risorse e
territorio, il “nodo” dell’abusivismo è annoso e riguarda non solo i contesti
locali, ma lo Stato, per quanto la Sicilia abbia autonomia in ambito
urbanistico.
Uno dei grossi gap rispetto al contesto nazionale è legato, infatti, alla lunga sequela di sanatorie integrato a una reale mancanza di tutela attiva del territorio che, insieme a una serie di scelte economiche sbagliate, hanno prodotto ciò che abbiamo sotto gli occhi e che ha un ruolo anche nelle catastrofi ambientali.
Quando parlo di scelte economiche sbagliate mi riferisco anche alla scelta di allocare in Sicilia industrie semi improduttive. In Sicilia, a partire dagli anni ’50 soprattutto, le scelte dovevano essere ben diverse. Beni culturali e ambientali, per esempio, mare e coste potevano essere un bel treno. Perso. Ancora siamo in tempo. Siamo sempre in tempo.
Le sanatorie, inoltre, sono un incentivo indiretto e diretto all'abuso.... se nessuno demolisce o decreta per legge una demolizione gli abusi continuano...proseguono e diventano una condizione abituale…. poi non parliamo, o ne vogliamo parlare? della gestione da parte della mafia del settore edile? o della distruzione del paesaggio agrario? della strafottenza rispetto alle risorse idriche? Solo pochi hanno portato avanti o hanno cercato di potare avanti idee e azioni, buone pratiche come si dice nel mio campo, mirate ad una inversione di tendenza….
Alcuni obiettivi e alcune occasioni sono andate perse, ne cito una: la regione Sicilia, a un certo punto, recependo una “bella” interessante e innovativa legge nazionale, la n. 183, fondò la Autorità di Bacino.... questa morì a breve.... peccato, in quanto la legge nazionale 183 del 18 maggio 1989 avrebbe potuto essere una buona occasione di ripensamento del territorio secondo una chiave legata al paesaggio..."
Uno dei grossi gap rispetto al contesto nazionale è legato, infatti, alla lunga sequela di sanatorie integrato a una reale mancanza di tutela attiva del territorio che, insieme a una serie di scelte economiche sbagliate, hanno prodotto ciò che abbiamo sotto gli occhi e che ha un ruolo anche nelle catastrofi ambientali.
Quando parlo di scelte economiche sbagliate mi riferisco anche alla scelta di allocare in Sicilia industrie semi improduttive. In Sicilia, a partire dagli anni ’50 soprattutto, le scelte dovevano essere ben diverse. Beni culturali e ambientali, per esempio, mare e coste potevano essere un bel treno. Perso. Ancora siamo in tempo. Siamo sempre in tempo.
Le sanatorie, inoltre, sono un incentivo indiretto e diretto all'abuso.... se nessuno demolisce o decreta per legge una demolizione gli abusi continuano...proseguono e diventano una condizione abituale…. poi non parliamo, o ne vogliamo parlare? della gestione da parte della mafia del settore edile? o della distruzione del paesaggio agrario? della strafottenza rispetto alle risorse idriche? Solo pochi hanno portato avanti o hanno cercato di potare avanti idee e azioni, buone pratiche come si dice nel mio campo, mirate ad una inversione di tendenza….
Alcuni obiettivi e alcune occasioni sono andate perse, ne cito una: la regione Sicilia, a un certo punto, recependo una “bella” interessante e innovativa legge nazionale, la n. 183, fondò la Autorità di Bacino.... questa morì a breve.... peccato, in quanto la legge nazionale 183 del 18 maggio 1989 avrebbe potuto essere una buona occasione di ripensamento del territorio secondo una chiave legata al paesaggio..."
Quanto avvenuto nei decenni trascorsi a Marineo (PA) conferma pienamente quanto sostenuto dalla Prof. Schiavo. Infatti in questo paese, come in tanti altri paesi siciliani, un torrente che attraversava il paese è stato coperto da cemento armato, sull'alveo del torrente si è consentito di edificare case, il Sindaco limiano di allora (oggi Assessore alla Cultura) è stato alla guida del movimento degli abusivi e a molti di questi ultimi è stato consentito di edificare persino su terreni demaniali.
Francesco Virga
Anche se, come sempre, Onofrio Sanicola mi fa sorridere mi pare significativo che nel suo blog riporti l'allarme e le raccomandazioni del Prefetto e della Protezione Civile: " Merita attenzione l’allarme rosso lanciato dal Prefetto e diramato dal nostro Comune ieri sera alle ore 22.20 con validità dalle “ore 00 del 7.11.2014” cioe circa un ora dopo. Siamo reduci da quanto successo in Liguria ed in altre regioni in questi giorni. Immagini terribili a cui dobbiamo rispondere con fermezza d’animo. Dobbiamo seguire attentamente le istruzioni diramate “in tempo”. Non prendere alla leggera nulla, forti che il paese è in discesa e che il rischio possa essere solo a valle (balata ecc.). Non è sufficiente che in paese abbiamo fior di “emigranti” semivolontari della Protezione Civile. Anche la Liguria è stata sempre “preparata” eppure è sempre vittima. Ma questa volta la gente ha capito e ha reagito. Non ha aspettato il disastro ha subito reagito quanto ha potuto e poi si sono rimboccati le maniche e sono scesi per strada a fare quello che lo stato non riesce mai a fare bene.Quindi seguiamo i suggerimenti che Prefetto e Comune ci ha inviato, ma ricordiamoci che siamo noi le “vittime predestinate”. Ragioniamoci sopra e prepariamoci prendendo alcuni provvedimenti intelligenti.
RispondiElimina-non ostacolare il traffico lasciando spazio ai mezzi di allerta e soccorso
-posteggiare “fuori mano” in luogo sicuro
-non sostare nelle macchine credendo di trovarvi protezione
-non consumare eccessiva energia procurandosi candele (attenzione alla sicurezza) ,lumi e fornelli di emergenza
-i box e gli scantinati sono trappole mortali statene lontani
-eliminare dai balconi ciò che è pericoloso. Non sostare sotto cornicioni o balconi come non ripararsi sotto gli alberi.
-ispezionate i tombini sotto casa vostra rendendoli funzionali.
Non sempre il Comune se ne ricorda.
-Abbiate una radio a batteria in casa per seguire eventuali
comunicati E aggiornamenti
-proteggete i vostri animali perché hanno la stessa sensibilità
degli uomini.
-fatevi una piccola scorta alimentare di prima necessità
(soprattutto per anziani e bambini)
-se siete costretti ad evacuare non “traslocate” portatevi lo
stretto necessario
-non discutete ciò che vi si dice ma seguite le istruzioni
-siate pronti prevedendo il trasferimento di anziani e bambini
-tenete a portata di mano stivali e attrezzi (pale e picconi) e abbigliamento adeguato
Dio ha organizzato in modo perfetto un solo Diluvio nella storia dell’Uomo. Tutti i successivi sono frutto della incapacità dell’uomo che l’unica cosa che ha imparato è quella di scaricare il tutto sulla “furia della natura”. Nemmeno una settimana fa piangevamo la mancanza di pioggia ora siamo stati accontentati. Cerchiamo ora di fare in modo che sia un bene e non un disastro."
Penso che sia arrivato il momento di fare nomi e cognomi di coloro che hanno saccheggiato il nostro territorio. Anche se mi rendo conto che l'elenco sarebbe lungo da fare e che non tutti coloro che hanno subito in silenzio gli abusi hanno il coraggio di prendere la parola, il muro dell'omertà che ha regnato nei nostri paesi comincia a vacillare. Come appare persino tra le contraddittorie affermazioni che hanno accompagnato questo post in facebook che di seguito, almeno in parte, trascrivo:
RispondiEliminaLucia Arnao: concordo in pieno
Loredana Nalli: E qua s'interrompe la comunicazione!!! Facciamo prima a fare i nomi di chi, avendo ricoperto incarichi di governo, non è coinvolto.
Francesco Virga: La comunicazione s'interrompe solo per l'omertà che regna nei nostri paesi!
Loredana Nalli: Appunto.
RispondiEliminaFrancesco Virga: Io sono sempre più convinto del fatto che i nostri paesi corrono seri rischi!
Santo Lombino: Molte cose si capiscono quando è troppo tardi!
Maria Mancino: quel momento che tu percepisci come "troppo tardi" è, invece, occasione di inizio per colui col quale lo hai condiviso
Francesco Virga: Nulla e' mai troppo tardi!
Maria Mancino: purché non si perda mai il coraggio di donarsi
Continuano ad arrivare commenti anonimi che non pubblico. Ho più volte detto che questo blog non pubblica anonimi. Ognuno si deve assumere la responsabilità di ciò che afferma.
RispondiEliminaIeri un caro amico, emigrato nel nord Italia, ha pubblicato su fb un nuovo commento sull'argomento:
RispondiEliminaRoberto Li Castri: Come non ricordare il caro, antico torrente della mia infanzia? A monte di un piccolo ponte (lu punticeddu) con accanto un abbeveratoio, persino in piena estate, c'era una fossa d'acqua (la naca) dove noi bambini andavamo a fare il bagno. Così era fino agli anni '60. Tornato a Marineo alcuni anni dopo, non l'ho più trovato. sommerso da un ammasso informe di case addossate l'una all'altra senza alcun criterio!
Francesco Virga: E te lo ricordi il campo di bocce che c'era di fronte al Cine DaYna?
Roberto Li Castri: Certo! Prima del magazzino Rinaldi.