27 novembre 2014

L'ITALIA DEL 1959 VISTA DA PASOLINI





IN VIAGGIO CON PASOLINI NELL’ITALIA ANCORA INCANTATA

di Marco Belpoliti

«Sono felice. Era tanto che non potevo dirlo: e cos’è che mi dà questo intimo, preciso senso di gioia, di leggerezza? Niente. O quasi. Un silenzio meraviglioso è intorno a me: la camera del mio albergo, in cui mi trovo da cinque minuti, dà su un grosso monte, verde verde, qualche casa modesta e normale». Così scrive su carta intestata dell’Albergo Savoia di Casamicciola Terme, a Ischia, Pier Paolo Pasolini nel luglio del 1959. Partito da Ventimiglia, sta esplorando le coste e le spiagge italiane scendendo fino in Sicilia per poi risalire a Trieste. Si tratta di una serie di articoli, tre in tutto, che il settimanale “Successodell’editore Palazzi, diretto da Arturo Tofanelli, gli ha commissionato.
L’idea è del fotografo Paolo di Paolo e Tofanelli ha pensato subito a Pasolini quale compagno di viaggio. Nel mese di maggio ha pubblicato Una vita violenta, suo secondo romanzo dopo la scandaloso Ragazzi di vita; il riscontro di critica e di pubblico è positivo, come racconta Nico Naldini in Pasolini, una vita, biografia del poeta riedita da poco in forma accresciuta (Tamellini Edizioni). Si tratta di uno dei primi reportage sull’Italia del boom, che scopre le vacanze e si stende al sole sotto gli ombrelloni nelle spiagge. I due, lo scrittore e il fotografo, partono insieme dalla città di confine con la Francia.
Come racconterà molti anni dopo Paolo di Paolo, Pasolini siede taciturno accanto a lui in automobile e la conversazione langue. Raggiunta la prima meta, Viareggio, salgono nelle loro camere d’albergo. Di Paolo propone di vedersi a cena. Pasolini accetta, ma subito precisa: dopo però ci separiamo. Alla sorpresa del suo accompagnatore, Pasolini spiega che probabilmente lui, il fotografo, ha gusti diversi, e magari dopo cena avrà sicuramente voglia di divertirsi con una donna. Cenano, poi Pasolini si congeda. Di Paolo si alza e fa in tempo a vederlo lì fuori, in mezzo a un gruppo di ragazzi vocianti, come se tra loro ci fosse già una grande intesa. Sembravano, racconta, amici da una vita.
Il viaggio prosegue verso Genova, dove si presenta uno dei ragazzi di Viareggio. Fotografo e scrittore si separano, ciascuno farà il suo lavoro da solo. Il risultato è sulle pagine di “Successo”. Di Paolo fotografa, racconta, come se lavorasse per il “Mondo”, Pasolini scrive come solo Pasolini sa scrivere. Anche se tempo dopo in un articolo definirà il reportage «un piccolissimo, stenografato Reisebilder: in cui sono andato non oltre la prima cute», questi fogli di viaggio descrivono l’Italia e le sue coste come un luogo meraviglioso e incantato, dove non è ancora esplosa la speculazione edilizia e non è avvenuta la «mutazione antropologica», che lo strazierà quindici anni dopo, e di cui racconterà in Scritti corsari. La rivista fece alcuni tagli, probabilmente motivati da ragioni di spazio, sebbene in un caso, quello di un concorso di bellezza maschile sulla costa veneta dell’Adriatico, la riduzione suggerisca l’ipotesi di una piccola censura nell’Italia sessuofoba degli anni Cinquanta.

L'articolo di Belpoliti è stato pubblicato da LA STAMPA il 6 novembre 2014.
L'immagine da LA REPUBBLICA.
 

Nessun commento:

Posta un commento