lunedì 17 novembre 2014
Catania, Teatro Odeon – ore
21.15
Cesare Basile voce, chitarra
Simona Norato voce, chitarra, pianoforte
Massimo Ferrarotto percussioni, tastiere
Simona Norato voce, chitarra, pianoforte
Massimo Ferrarotto percussioni, tastiere
da un Racconto siciliano di Danilo Dolci
Una
novità assoluta in esclusiva per l'AME che l'ha voluta, un nuovo
omaggio a Danilo Dolci del cantautore catanese Cesare Basile, tra i
recenti vincitori del Premio Tenco. Con lui Massimo Ferrarotto -
collaboratore di sempre - e la cantante e polistrumentista palermitana
Simona Norato (già tra le vincitrici del Premio Musicultura 2010 con il duo Iotatola).
E' stato
Danilo Dolci a riportarmi in Sicilia. Un uomo venuto dalla provincia
di Trieste fino alle sperdute campagne di Partinico ha parlato ai
ricordi di un giovane punk arrabbiato e al rabbioso disgusto di un
adulto cantautore. Gli ha parlato con le parole raccolte per strada. Le
parole delle periferie e delle campagne, dei ladri e dei pescatori di
frodo, dei carcerati e degli ambulanti, delle prostitute, dei tombaroli,
delle guaritrici, dei lavoratori di giornata. Parole che sono storia ma
che non partecipano della storia grande, quella storia che nei libri
commissionati dal potere, dalla politica e dalla fede, dovrebbe avere un
fine. Sono parole che non giudicano se non se
stesse, parole che raccontano e che dal racconto non vogliono niente se
non avere voce. La materia non evolve dal male al bene, la materia
consuma se stessa, anche se alcuni preferiscono consumare quella degli
altri convinti di sottrarsi a questa semplice verità.
Dolci
mi ha riportato a casa per stradine e sterrati mostrandomi con parole
raccolte settant'anni fa quanto ancora c'è da raccontare e quanto queste
storie ancora da raccontare siano frutto della stessa miseria di un
tempo.
Quale
migliore presentazione per questo spettacolo, quindi, se non le parole
con cui nel 1956 si bollò il racconto degli ultimi e di uno spicchio
insignificante di terra: «Opera d'arte non è, perchè l'arte si vota al
bello e al sublime; opera di scienza non è, perchè la scienza assurge
dal particolare all'universale. Non essendo dunque opera d'arte e non
essendo scienza, la descrizione dei fatti malsani va intesa come
pornografia e pertanto l'autore va condannato».
Cesare Basile
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