Questa sera mi piace riprendere dal sito http://www.nazioneindiana.com/ questo bellissimo post:
VivaVoce#04: Guillaume Apollinaire [1880–1918]
Le Pont Mirabeau
Sous le pont Mirabeau coule la Seine
Vienne la nuit sonne l’heureEt nos amours Faut-il qu’il m’en souvienne La joie venait toujours après la peine Les jours s’en vont je demeure | Il Ponte Mirabeau
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
Venga la notte suoni l’oraE i nostri amori Tocca che me lo rammenti La gioia sempre veniva dopo la pena I giorni vanno qui m’è dimora |
Les mains dans les mains restons face à face
Vienne la nuit sonne l’heureTandis que sous Le pont de nos bras passe Des éternels regards l’onde si lasse Les jours s’en vont je demeure |
Le mani nelle mani restiamo faccia a faccia
Venga la notte suoni l’oraMentre giu Dal ponte delle nostre braccia passa D’eterni sguardi l’onda così spossata I giorni vanno qui m’è dimora |
L’amour s’en va comme cette eau courente
Vienne la nuit sonne l’heureL’amour s’en va Comme la vie est lente Et comme l’Espérance est violente Les jours s’en vont je demeure |
L’amore se ne va come quest’acqua corrente
Venga la notte suoni l’oraL’amore se ne va Come la vita è lenta E come la Speranza è violenta I giorni vanno qui m’è dimora |
Passent les jours et passent les semaines
Vienne la nuit sonne l’heureNi temps passé Ni les amours reviennent Sous le pont Mirabeau coule la Seine Les jours s’en vont je demeure |
Passano i giorni e passano le settimane
Venga la notte suoni l’oraNulla del tempo passato Nulla degli amori riviene Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna I giorni vanno qui m’è dimora |
§
Le Pont Mirabeau, compresa nella raccolta Alcools del 1913, nasce dalla fine dell’amore tumultuoso per la giovane pittrice Marie Laurencin, presentatagli da Pablo Picasso,
talento delicato di figure eteree con visi bianchi da geisha, di
trasparenze acquarellate e fiori. Lei gli preferirà un solido barone
tedesco e l’ambiente mondano di cui diverrà la ritrattista ufficiale.
Nel ritratto di gruppo, in cui ha immortalato con appena accennata
ironia Picasso, Fernand Olivier, Apollinaire e se stessa, s’incarna lo
spirito speciale di quegli anni che ormai volgono verso la Grande
Guerra. Ugualmente in Le Pont Mirabeau, “la chanson
triste de cette longue liaison brisée”, come la definisce Apollinaire in
una lettera dal fronte a Madeleine Pagès, scorre via con l’acqua della
Senna un’epoca felice ed irripetibile. Come Apollinaire molti poeti e
scrittori, animati da entusiasmo patriottico e dal grano di follia
militare interventista del futurismo, partono volontari: Genevoix, Dorgelès, Péguy, Alain-Fournier, Céline, Bernanos, Duhamel, Green, Pergaud, alcuni senza ritorno, ed anche il suo grande amico Blaise Cendrars,
che perderà il braccio destro e scriverà con mancina oggettività della
Prima Guerra Mondiale e di tutte le guerre passate e future la vera
epigrafe finale in “J’ai tué”, [ Ho ucciso ], 1918:Sfiderò l’ uomo. Il mio simile. Una scimmia. Occhio per occhio, dente per dente. A noi due ora. A colpi di pugno, a colpi di coltello. Senza pietà. Salto sul mio antagonista. Gli sferro un colpo terribile. La testa è quasi decapitata. Ho ucciso il crucco. Sono stato più sveglio e più rapido di lui. Più diretto. Ho colpito per primo. Ho il senso della realtà, io, poeta. Ho agito. Ho ucciso. Come quello che vuole vivere.
Nessuna “igiene del mondo”, ma solo una terrible carneficina: mors tua vita mea. Apollinaire tornerà ferito alla testa, dopo aver subito un’operazione di trapanazione cranica. Indebolito morirà a soli 38 anni per l’epidemia di Spagnola, nel ’18.
§
Delle
immagini del breve filmato che lo vede conversare e scherzare con un
amico, il fisico massiccio, molto elegante con papillon a pois e
Borsalino all’indietro, resta il sorriso aperto dell’uomo entusiasta
della vita nonostante i dolori, che scrive la parola Speranza con la
lettera maiuscola. Fra il fruscio della riproduzione meccanica la
declamazione della poesia, quasi una melopea con musicalità da spartito,
sottolinea le rime dei versi tutte al femminile… Seine, peine, heure, demeure, courente, lente, semaines ed ancora Seine…
e le assonanze interne, il girotondo del ritornello. Dalla voce, che ci
arriva scavalcando quasi un secolo, traspare la piccola ambiguita di
senso dell’assenza di punteggiatura, l’ondeggiare alterno fra soggetto
ed oggetti reali ed una vaga malinconia, che va solo un poco
accentuandosi di tono nel finale, ma senza dramma o attrazione verso
quell’acqua. Da quello stesso ponte, fratello di ferro fiorito della
Tour Eiffel, dopo altra guerra mondiale ed altre tragedie, il 20 aprile
1970, salterà nella corrente Paul Celan.][ traduzioni ed animazione di Orsola Puecher ]
[ Léo Ferré, Le Pont Mirabeau, 2005, Les Annees Odeon 1953-1955,Sony BMG Music ]
[ file audio di Apollinaire da www.ubu.com ]
VivaVoce#02: Gherasim Luca [1913–1994]
VivaVoce#03: Sylvia Plath [1932–1963]
Nessun commento:
Posta un commento