16 marzo 2015

ECCO GLI "UOMINI NUOVI " DI RENZI




Pubblichiamo un documentato articolo del Corriere della Sera che mostra, qualora ce ne fosse bisogno, di che pasta sono fatti gli uomini che dovrebbero "CAMBIARE VERSO" al nostro Paese.
Si va sempre più comprendendo la ragione per cui Renzi ha più fretta a cambiare la Costituzione  e a limitare l'indipendenza della Magistratura piuttusto che a modificare radicalmente il sistema degli appalti pubblici.


Arrestato dirigente del ministero dei Lavori pubblici. Il gip: «Procurati incarichi di lavoro al figlio del ministro Lupi»



di Fiorenza Sarzanini




In carcere Ercole Incalza, dirigente del ministero dei Lavori pubblici. Su richiesta della Procura di Firenze sono stati eseguiti quattro arresti e oltre cento perquisizioni su appalti pubblici. Arrestati anche il funzionario del ministero e collaboratore di Incalza, Sandro Pacella e gli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo, presidente del Cda di Centostazioni Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato. I reati contestati sono corruzione, induzione indebita, turbata libertà degli incanti e altre violazioni relative alla pubblica amministrazione. Gli appalti finiti nell’indagine riguardano la linea Alta velocità e numerosi lavori legati alle Grandi opere. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros.



Lupi, il figlio, l’intercettazione
L’inchiesta condotta dal procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo coinvolge cinquantuno indagati. Tra loro anche politici, incluso l’europarlamentare Vito Bonsignore (membro del gruppo del Partito popolare europeo - Democratici-cristiani - e dei Democratici europei). Tra i politici citati negli atti processuali, il ministro Lupi. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip di Firenze scrive che «Stefano Perotti ha procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi», figlio del ministro. Dalla stessa ordinanza, si apprende che - in base a un’intercettazione del 16 dicembre 2014 tra il responsabile dei Trasporti e lo stesso Incalza -, «il ministro Lupi, a fronte della proposta di soppressione» della Struttura di Missione «o di passaggio della stessa sotto la direzione della presidenza del Consiglio arriva a minacciare una crisi di governo».


 

Dal 2001 a oggi
Ingegnere, nato nel Brindisino il 15 agosto del 1944, Ercole Incalza è arrivato nel 2001 come capo della segreteria tecnica di Pietro Lunardi (governo Berlusconi) ed è rimasto al ministero delle Infrastrutture per quattordici anni, fino allo scorso dicembre, attraversando sette governi. È passato attraverso Antonio Di Pietro (governo Prodi), quindi è stato promosso capo struttura di missione da Altero Matteoli (di nuovo Berlusconi), confermato da Corrado Passera (governo Monti), Lupi (governo Letta) e poi ancora Lupi (governo Renzi). Fonti dell’esecutivo precisano che è andato in pensione nel dicembre 2014 e che attualmente non riveste nessun ruolo o funzione neanche a titolo gratuito. Secondo l’accusa sarebbe stato proprio Incalza — definito «potentissimo dirigente» del ministero dei Lavori pubblici — il principale artefice del «sistema corruttivo» scoperto dalla Procura di Firenze. Sarebbe stato lui, in particolare, in qualità di «dominus» della Struttura tecnica di missione del ministero, ad organizzare l’illecita gestione degli appalti delle Grandi opere, con il diretto contributo di Perotti, cui veniva spesso affidata la direzione dei lavori degli appalti incriminati.
«Consulenze in cambio di lavori»
Più in dettaglio, nella conferenza stampa sull’inchiesta si è svolta lunedì mattina a Firenze, il procuratore Creazzo ha spiegato che «per l’accusa la direzione dei lavori veniva affidata all’ingegner Stefano Perotti per un accordo illecito»: Perotti affidava incarichi di consulenza o tecnici a soggetti indicati dallo stesso Incalza (peraltro destinatario anch’egli di incarichi «lautamente retribuiti» conferiti dalla Green Field System srl, una società affidataria di direzioni lavori)». A Perotti, responsabile della società Ingegneria Spm e ritenuto dagli inquirenti «figura centrale dell’indagine», sono stati affidati tra gli altri i lavori per la linea ferroviaria A/V Milano-Verona (tratta Brescia - Verona); il Nodo TAV di Firenze per il sotto attraversamento della città; la tratta ferroviaria A/V Firenze Bologna; la tratta ferroviaria A/V Genova-Milano Terzo Valico di Giovi; l’autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre; l’autostrada Reggiolo Rolo-Ferrara; l’Autostrada Eas Ejdyer-Emssad in LibiA.
«I costi lievitavano del 40 per cento»
Il procuratore Creazzo ha spiegato che «sono stati arrestati due stretti collaboratori» di Incalza e Perotti. A uno di loro, Francesco Cavallo, sempre secondo l’accusa, veniva riconosciuto da parte di Perotti, tramite società a lui riferibili, una retribuzione mensile di circa 7 mila euro «come compenso per la sua illecita mediazione». «Il totale degli appalti affidati a società legate a Perotti è di 25 milioni di euro» ha fatto sapere il procuratore, precisando che «il Gip non ha comunque ritenuto che sussistessero gli elementi di gravità per contestare l’associazione per delinquere e l’ha rigettata». «Questo tipo di direzione dei lavori consentiva modifiche, con opere che lievitavano anche del 40 per cento» ha aggiunto il comandante del Ros, Mario Parente. Tutte le principali Grandi opere sarebbero state oggetto dell’«articolato sistema corruttivo» messo in piedi dalle persone arrestate ed indagate.
«Illeciti per aggiudicare i lavori di Palazzo Italia Expo»
L’inchiesta, chiamata «Sistema», è stata coordinata dalla Procura di Firenze perché tutto è partito dagli appalti per l’Alta velocità nel nodo fiorentino e per il sottoattraversamento della città. Da lì l’inchiesta si è allargata a tutte le più importanti tratte dell’Alta velocità del centro-nord Italia e a una lunga serie di appalti relativi ad altre Grandi opere, compresi alcuni relativi all’Expo. Secondo il procuratore Creazzo «dall’indagine è emerso come l’ingegner Stefano Perotti abbia influito illecitamente sulla aggiudicazione dei lavori di realizzazione del cosiddetto Palazzo Italia Expo». Così come sull’assegnazione di quelli per la costruzione del nuovo terminal del porto di Olbia, di molatura delle rotaie da parte dalla società Ferrovie del Sud Est e sempre di molatura delle rotaie in favore della società Speno International a lui riconducibile. Perotti ha ottenuto anche, in favore di società a lui riconducibili, l’incarico di direttore dei lavori di un appalto Anas relativo a un macro lotto dell’autostrada A3 Salerno Reggio Calabria e il conferimento dell’incarico di progettazione del nuovo centro direzionale Eni di San Donato Milanese.
Da Milano a Crotone
Gli arresti sono stati eseguiti a Roma e a Milano. Le perquisizioni - nelle province di Roma, Milano, Firenze, Bologna, Genova, Torino, Padova, Brescia, Perugia, Bari, Modena, Ravenna, Crotone e Olbia -, sono avvenute nei domicili degli indagati, negli ambienti della Struttura di Missione del ministero delle Infrastrutture, negli uffici di diverse società, tra cui tra cui Rfi, Anas international Enterprise, Ferrovie del Sud Est Srl, Consorzio Autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre, Autostrada regionale Cispadana Spa e Autorità portuale Nord Sardegna. Alcuni provvedimenti sono stati eseguiti con la collaborazione dell’Agenzia delle Entrate per gli accertamenti di natura fiscale. 


Corriere della Sera, 16 marzo 2015 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 commenti:

  1. Come potete vedere non avevo torto a pensare e a scrivere che la corruzione e il malaffare non riguarda solo la Sicilia ma l'Italia intera: http://cesim-marineo.blogspot.it/.../l-italia-e-tutta-un...
    L' ITALIA E' TUTTA UN VIADOTTO SCORCIAVACCHE 1 e 2
    cesim-marineo.blogspot.in

    RispondiElimina
  2. Avete notato la slide dei ROS? Persino i Carabinieri lo sanno: L'Italia è una repubblica fondata sul ‪#‎sistema‬.

    RispondiElimina