29 gennaio 2015

DANILO DOLCI CONTRO BERNARDO MATTARELLA




Chi gioca solo: un libro dimenticato di D. Dolci.
 di Francesco Virga



        Chi gioca solo è il titolo del libro di Danilo Dolci che raccoglie la maggiore documentazione, raccolta nei primi anni sessanta del secolo scorso, sulle radici profonde della mafia nella Sicilia occidentale. Come Banditi a Partinico è un libro-inchiesta, frutto di anni di lavoro e di "autoanalisi popolare", il modo in cui Danilo amava definire il suo metodo di lavoro che scaturiva, soprattutto, da quel singolare talento che possedeva di saper ascoltare e dare voce a tutte le persone che incontrava.

           La prima edizione di Chi gioca solo viene pubblicata da Einaudi nel 1966. La stessa casa editrice nel 1967 pubblica la II edizione  che, nei mesi successivi, tradotto nelle principali lingue del mondo, registra uno straordinario successo. Ciononostante, dopo qualche anno, l'opera scompare dalla circolazione e, ignorata anche da studiosi seri, viene presto dimenticata, anche perché è uno dei pochi libri di Danilo che non è stato più ristampato. Eppure in esso viene illustrato in modo concreto il suo concetto di “sistema clientelare-mafioso”.

           La rilettura di questo libro per me è stata di grande utilità anche perché mi ha aiutato a comprendere la differenza esistente tra verità storica dei fatti e verità giudiziaria. Come è noto, infatti, per aver scritto e pubblicato questo libro Danilo Dolci e l’Editore Einaudi subirono un processo per la querela presentata da alcuni uomini politici del tempo ( Bernardo Mattarella, Calogero Volpe ed altri). Danilo Dolci venne condannato perché i testimoni che avevano sottoscritto gran parte della documentazione raccolta nel libro – e che lo stesso Danilo aveva consegnato alla prima Commissione Parlamentare sul fenomeno mafioso – nel corso dei vari dibattimenti giudiziari non si presentarono o rinnegarono quanto precedentemente affermato.



           Per mostrare quanto chiare fossero le idee di Dolci sul sistema di potere clientelare-mafioso e

dare ad ogni lettore la possibilità di farsi un'idea personale sull'attualità o meno di questa analisi, voglio citare un brano della Premessa, scritta dal nostro stesso Autore,  nella seconda edizione del libro:



I non pochi uomini politici compromessi con la mafia in Sicilia si potrebbero distinguere  in quattro categorie:

Una prima, dei politici spregiudicati che, soprattutto in tempo di elezioni, hanno rapidi incontri, riunioni in cui non badano tanto per il sottile come raccogliere voti e con chi hanno a che fare: "se tu mi aiuti, io ti aiuto".

Una seconda, dei politici che sfruttano sistematicamente, freddamente, il gruppo chiuso mafioso, imbastendo eventualmente tutti i possibili doppi giochi a seconda dei tempi e dei luoghi: sfruttati a loro volta sistematicamente dalla mafia. 

Una terza, di mafiosi veri e propri che riescono ad essere eletti, talvolta anche ad alte responsabilità: per fortuna non sono i più numerosi.

Una quarta, di giovani che, partiti in polemica col sistema, hanno accettato di rimanere condizionati, per poter riuscire(…).

 La mafia ha così potuto nell'ultimo dopoguerra partecipare al governo dell' Italia dal livello comunale, provinciale,regionale ai più alti livelli." (op.cit. pag.9)



       Poco più avanti Danilo Dolci osserva:



A chi vede Palermo e la provincia circostante, non occorre molto per verificare che la grande maggioranza della popolazione è scontenta, molto spesso gravemente scontenta, amara, a lutto. Perchè, - accade di pensare a chi osserva – questa maggioranza di scontenti non riesce a diventare maggioranza di diversa azione, nuova spinta, nuova maggioranza politica?"



       La risposta a questa fondamentale domanda Danilo la trova, oltre che nella incoerenza ed inadeguatezza dei principali partiti di opposizione, nell'omertà istituzionale che egli descrive  con parole che riecheggiano quelle del secolo precedente di Napoleone Colajanni:



 finchè i rappresentanti dello Stato cercano ad ogni costo di coprire generali, questori, ministri, sottosegretari più o meno inseriti nella struttura mafioso-clientelare; finchè si vuol far risultare ad ogni costo che sono i mafiosi a circuire il loro politico e non si critica il reciproco appoggio (...), lo sfruttamento reciproco; finchè non si fa chiaro fin dove arriva nel comportamento di certi 'politici' la loro responsabilità personale, e fin dove la corresponsabilità governativa; finchè ci capita di incontrare persone ad altissimo livello di responsabilità - ministri, sottosegretari, magistrati - le quali in privato ammettono di sapere che certi loro colleghi sono uomini della mafia (cioè appartenenti ad essa o ad essa disponibili), ma non osano assumere posizioni aperte; finchè funzionari e parlamentari continueranno a pretendere dalla povera gente indifesa quel coraggio che essi stessi, sebbene protetti dal proprio mandato, non hanno; (...)finchè ogni gruppo, ogni partito che si dice democratico, non osa sciogliere i suoi vincoli mafioso-clientelari; finchè la maggioranza delle persone si comporta come se questi problemi non li riguardassero affatto; finchè, ad ogni livello di responsabilità,non si sarà disposti a rischiare per la verità, osando opporsi in modo organizzato all'ingiustizia e alla violenza organizzata ovunque essa sia -: il corpo sociale non potrà che rimanere sostanzialmente fermo, infetto. (Danilo Dolci, Chi gioca solo, Einaudi 1967) 

Francesco Virga


2 commenti:

  1. Ciao Francesco,
    ho sentito per caso stamattina alla radio Pietrangelo Buttafuoco parlare a Radio
    24 di questo libro e mi ha incuriosito. Ha detto che Einaudi voleva rimetterlo
    in stampa ma è arrivato il veto di Sergio Mattarella. Sono andata a fare delle r
    icerche sul web e non ho trovato alcuna copia a disposizione ma "in ristampa". H
    o trovato allora la tua pagina, di gennaio ? Ho letto nel tuo articolo cose molt
    o interessanti e avrei voluto condividerlo su fb ma senza successo.
    Non c'erano commenti ed era tutto molto imbarazzante.
    E'roba che scotta!
    E' possibile questo? Che nessuno riesca a parlare di questo argomento? In che Pa
    ese viviamo? IO VOGLIO leggere quel libro e mi auguro che nessuno me lo potrà vi
    etare. Fammi sapere se hai notizie o perlomeno in che libreria posso trovarlo e
    poi... parliamone sul web!
    Grazie,
    Maria maria_meloni@fastwebnet.it

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  2. Ho provato a rispondere in privato all'autore del commento di sopra. Ma l'indirizzo indicato non risulta esistente. Ribadisco che " Chi gioca
    solo" è uno dei pochi testi non ristampati di Dolci. Non credo che Sergio Mattarella possa mettere veti alla ristampa di un libro

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