Chi gioca solo: un libro dimenticato di D. Dolci.
di Francesco Virga
Chi gioca solo è il titolo
del libro di Danilo Dolci che
raccoglie la maggiore documentazione, raccolta nei primi anni sessanta del
secolo scorso, sulle radici profonde della mafia nella Sicilia occidentale.
Come Banditi
a Partinico è un libro-inchiesta, frutto di anni di lavoro e di "autoanalisi popolare", il modo in
cui Danilo amava definire il suo metodo di lavoro che scaturiva, soprattutto,
da quel singolare talento che possedeva di saper ascoltare e dare voce a tutte
le persone che incontrava.
La prima edizione di Chi
gioca solo viene pubblicata da Einaudi nel 1966. La stessa casa
editrice nel 1967 pubblica la II edizione che, nei mesi successivi, tradotto nelle
principali lingue del mondo, registra uno straordinario successo.
Ciononostante, dopo qualche anno, l'opera scompare dalla circolazione e,
ignorata anche da studiosi seri, viene presto dimenticata, anche perché è uno
dei pochi libri di Danilo che non è stato più ristampato. Eppure in esso viene
illustrato in modo concreto il suo concetto di “sistema clientelare-mafioso”.
La rilettura di questo libro per me
è stata di grande utilità anche perché mi ha aiutato a comprendere la
differenza esistente tra verità storica dei fatti e verità giudiziaria. Come è
noto, infatti, per aver scritto e pubblicato questo libro Danilo Dolci e l’Editore
Einaudi subirono un processo per la querela presentata da alcuni uomini
politici del tempo ( Bernardo Mattarella, Calogero Volpe ed altri). Danilo
Dolci venne condannato perché i testimoni che avevano sottoscritto gran parte
della documentazione raccolta nel libro – e che lo stesso Danilo aveva consegnato
alla prima Commissione Parlamentare sul fenomeno mafioso – nel corso dei vari
dibattimenti giudiziari non si presentarono o rinnegarono quanto
precedentemente affermato.
Per mostrare quanto chiare fossero
le idee di Dolci sul sistema di potere clientelare-mafioso e
dare ad ogni lettore la
possibilità di farsi un'idea personale sull'attualità o meno di questa analisi,
voglio citare un brano della Premessa, scritta dal nostro stesso Autore, nella seconda edizione del libro:
I non pochi uomini politici compromessi con la
mafia in Sicilia si potrebbero distinguere in quattro categorie:
Una prima, dei politici spregiudicati che,
soprattutto in tempo di elezioni, hanno rapidi incontri, riunioni in cui non
badano tanto per il sottile come raccogliere voti e con chi hanno a che fare:
"se tu mi aiuti, io ti aiuto".
Una seconda, dei politici che sfruttano
sistematicamente, freddamente, il gruppo chiuso mafioso, imbastendo
eventualmente tutti i possibili doppi giochi a seconda dei tempi e dei luoghi:
sfruttati a loro volta sistematicamente dalla mafia.
Una terza, di mafiosi veri e propri che riescono ad
essere eletti, talvolta anche ad alte responsabilità: per fortuna non sono i
più numerosi.
Una quarta, di giovani che, partiti in polemica col
sistema, hanno accettato di rimanere condizionati, per poter riuscire(…).
La mafia ha
così potuto nell'ultimo dopoguerra partecipare al governo dell' Italia dal livello
comunale, provinciale,regionale ai più alti livelli." (op.cit. pag.9)
Poco più avanti Danilo Dolci osserva:
A chi vede Palermo e la provincia circostante, non
occorre molto per verificare che la grande maggioranza della popolazione è
scontenta, molto spesso gravemente scontenta, amara, a lutto. Perchè, - accade
di pensare a chi osserva – questa maggioranza di scontenti non riesce a diventare
maggioranza di diversa azione, nuova spinta, nuova maggioranza politica?"
La risposta a questa
fondamentale domanda Danilo la trova, oltre che nella incoerenza ed inadeguatezza dei principali partiti di opposizione, nell'omertà
istituzionale che egli descrive con parole che riecheggiano
quelle del secolo precedente di Napoleone Colajanni:
finchè i
rappresentanti dello Stato cercano ad ogni costo di coprire generali, questori,
ministri, sottosegretari più o meno inseriti nella struttura
mafioso-clientelare; finchè si vuol far risultare ad ogni costo che sono i
mafiosi a circuire il loro politico e non si critica il reciproco appoggio
(...), lo sfruttamento reciproco; finchè non si fa chiaro fin dove arriva nel comportamento di certi 'politici' la loro
responsabilità personale, e fin dove la corresponsabilità governativa; finchè
ci capita di incontrare persone ad altissimo livello di responsabilità - ministri,
sottosegretari, magistrati - le quali in privato ammettono di sapere che certi
loro colleghi sono uomini della mafia (cioè appartenenti ad essa o ad essa
disponibili), ma non osano assumere posizioni aperte; finchè funzionari e
parlamentari continueranno a pretendere dalla povera gente indifesa quel coraggio che essi
stessi, sebbene protetti dal proprio mandato, non hanno; (...)finchè ogni
gruppo, ogni partito che si dice democratico, non osa sciogliere i suoi vincoli
mafioso-clientelari; finchè la maggioranza delle persone si comporta come se
questi problemi non li riguardassero affatto; finchè, ad ogni livello di
responsabilità,non si sarà disposti a rischiare per la verità, osando opporsi
in modo organizzato all'ingiustizia e alla violenza organizzata ovunque essa
sia -: il corpo sociale non potrà che rimanere sostanzialmente fermo, infetto. (Danilo Dolci, Chi gioca solo, Einaudi 1967)
Francesco Virga
Francesco Virga
Ciao Francesco,
RispondiEliminaho sentito per caso stamattina alla radio Pietrangelo Buttafuoco parlare a Radio
24 di questo libro e mi ha incuriosito. Ha detto che Einaudi voleva rimetterlo
in stampa ma è arrivato il veto di Sergio Mattarella. Sono andata a fare delle r
icerche sul web e non ho trovato alcuna copia a disposizione ma "in ristampa". H
o trovato allora la tua pagina, di gennaio ? Ho letto nel tuo articolo cose molt
o interessanti e avrei voluto condividerlo su fb ma senza successo.
Non c'erano commenti ed era tutto molto imbarazzante.
E'roba che scotta!
E' possibile questo? Che nessuno riesca a parlare di questo argomento? In che Pa
ese viviamo? IO VOGLIO leggere quel libro e mi auguro che nessuno me lo potrà vi
etare. Fammi sapere se hai notizie o perlomeno in che libreria posso trovarlo e
poi... parliamone sul web!
Grazie,
Maria maria_meloni@fastwebnet.it
Ho provato a rispondere in privato all'autore del commento di sopra. Ma l'indirizzo indicato non risulta esistente. Ribadisco che " Chi gioca
RispondiEliminasolo" è uno dei pochi testi non ristampati di Dolci. Non credo che Sergio Mattarella possa mettere veti alla ristampa di un libro