“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
20 gennaio 2015
FRANCISCO VEJAR, Habitar un pais como tus ojos
Ringrazio particolarmente l'amica Titti De Luca che ha pubblicato sul suo magnifico blog poesiainrete.wordpress.com questa bellissima poesia:
Quiero vivir en un país como tus ojos más nítido que las horas que el tiempo deshecha, más lúcido y real.
Quiero habitar un país como tus ojos; tu piel navegando en mi piel, las coincidencias, la respiración, las horas que sin saberlo se unen, un bolero y el abrir y cerrar de puertas, sabiendo que nuestro tema sigue siendo el viento.
Mas el lenguaje no basta, ni el fragmento de sol que guardas en tu cuerpo para entregármelo tras un ir y venir poblado de voces.
Desde las enrarecidas calles me haces señas para que no ande a tientas, ciego, borracho o como yo.
El aire de la mañana se suspende allá afuera.
Francisco Véjar
de “Canciones imposibles”, Ediciones Noreste, Santiago, 1998
Vivere nel paese dei tuoi occhi più nitido dell’ora sgretolata dal tempo, più lucido e reale.
Abitare il paese dei tuoi occhi; la tua pelle che fluttua nella mia, le coincidenze, la respirazione, le ore che ignare tornano a serrarsi, un bolero e un aprirsi e chiudersi di porte, consci che parleremo solamente del vento.
Ma il linguaggio non basta, né il frammento di sole che custodisci in te per consegnarmelo dopo un viavai che pullula di voci.
Da rarefatte strade mi fai segno perché fermi il mio passo brancolante, cieco, ubriaco o come sono io.
Sospesa fuori è l’aria del mattino.
Francisco Véjar
(Traduzione di Cristina Sparagana)
dalla rivista “Poesia”, Anno IXX , Febbraio 2006, N. 202, Crocetti Editore
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