Proseguiamo la nostra rilettura delle Lettere dal carcere di Antonio Gramsci. La seguente lettera al fratello Carlo mostra, tra le altre cose, quanto grande fosse la sua competenza e passione pedagogica:
25 agosto 1930
Carissimo Carlo,
ho ricevuto la tua assicurata
con le 250 lire e poco fa ho ricevuto la tua lettera del 23: qualche giorno fa
ho ricevuto una lettera di Mamma e di Mea. Come ho scritto a Tatiana ho
ricevuto da Nannaro una lettera da Namur del 22 luglio e poi piú nulla: vorrei
solo che tu lo informassi del fatto per il caso in cui egli abbia scritto e la
lettera sia andata dispersa. Per ciò che riguarda Mea, mi pare che tu non abbia
ragione. Poiché la quistione è importante e può decidere di tutto l’avvenire
della ragazza, ti esprimo ancora qualche mia osservazione. Io ho tenuto conto
dell’ambiente in cui essa vive, naturalmente, ma l’ambiente non giustifica
nulla: mi pare che tutta la nostra vita sia una lotta per adattarci
all’ambiente ma anche e specialmente per dominarlo e non lasciarcene
schiacciare. L’ambiente di Mea siete prima di tutto voi di costà, poi i suoi
amici, la scuola, e poi tutto il paese coi suoi Cozzoncu, con le sue zie Tane e
Zuanna Culemantigu, ecc. ecc. Da quali sezioni di quest’ambiente Mea riceverà
gli impulsi per le sue abitudini, i suoi modi di pensare, i suoi giudizi
morali? Se voi rinunziate ad intervenire ed a guidarla, usando dell’autorità
che viene dall’affetto e dalla convivenza famigliare facendo pressione su di
lei, in modo affettuoso ed amorevole ma tuttavia rigido e fermo
inflessibilmente, avverrà senza alcun dubbio che la formazione spirituale di
Mea sarà il risultato meccanico dell’influsso casuale di tutti gli stimoli di
quest’ambiente: cioè all’educazione di Mea contribuirà zia Tana come Cozzoncu,
ziu Salomone e tiu Juanni Bobbai ecc., (cito questi nomi come simboli, perché
immagino che se questi tipi sono morti, ne esisteranno altri di equivalenti).
Un errore che si fa di solito nel tirar su i ragazzi mi pare sia questo (tu
puoi pensare a te stesso e poi giudicare se ho ragione): non si distingue che
nella vita dei ragazzi ci sono due fasi molto distinte, prima e dopo la
pubertà. Prima della pubertà la personalità del ragazzo non si è ancora formata
ed è piú facile guidare la sua vita e fargli acquistare determinate abitudini
di ordine, di disciplina, di lavoro: dopo la pubertà la personalità si forma in
modo impetuoso e ogni intervento estraneo diventa odioso, tirannico, insopportabile.
Ora avviene appunto che i genitori sentono la responsabilità dei figli proprio
in questo secondo periodo, quando è tardi: allora naturalmente entra in iscena
il bastone e la violenza, che poi danno ben pochi frutti. Perché non occuparsi
del ragazzo nel primo periodo, invece? Sembra poco, ma l’abitudine di star
seduti a tavolino 5-8 ore al giorno è una cosa importante, che si può far
acquistare con le buone fino ai 14 anni, ma in seguito non si può piú. Per le
donne mi pare sia lo stesso, e forse peggio, perché la pubertà è una crisi
molto piú grave e complessa che negli uomini: con la vita moderna e la relativa
libertà delle ragazze, la quistione è ancora aggravata. Io ho l’impressione che
le generazioni anziane hanno rinunziato a educare le generazioni giovani e che
queste commettono lo stesso errore; il clamoroso fallimento delle vecchie
generazioni si riproduce tale e quale nella generazione che adesso sembra
dominare. Pensa un po’ a ciò che ho scritto e rifletti se non sia necessario
educare gli educatori.
Per ciò che riguarda le
domande da fare per i libri di Trotzky, forse è meglio davvero che faccia tu la
pratica. Ecco come dovrà porsi la quistione. Vorrei mi si concedesse la
lettura: 1° dei libri di Trotzky scritti dopo la sua espulsione dalla Russia,
cioè della sua autobiografia tradotta anche in italiano e stampata dalla Casa
editr. Mondadori e di questi altri due: La Révolution défigurée e Vers
le capitalisme ou vers le socialisme, (questi due li possiedo già ma ci
vuole un’autorizzazione perché mi siano consegnati). 2° il libro del Fülöp
Miller – Il volto del bolscevismo – tradotto in italiano con prefazione
di Curzio Malaparte, attuale direttore della «Stampa» di Torino e noto fascista
della prima ora. 3° questi libri che possiedo già e che per ragioni da me
insindacabili non mi saranno concessi senza autorizzazione: 1° Mino Maccari – Il
trastullo di Strapaese (è un canzoniere fascista: il Maccari era il capo
dei fascisti di Colle Valdelsa ed ora è redattore capo della «Stampa») –
Giuseppe Prezzolini – Mi pare (è una raccolta di articoli sulla moda,
sulle librerie, ecc.): il libro è stato stampato a Firenze da Arturo Marpicati,
attuale segretario e cancelliere dell’Accademia d’Italia; il Prezzolini è il
direttore della Sezione italiana dell’Istituto di Cooperazione intellettuale e
suo superiore immediato è proprio l’on Rocco, Ministro della Giustizia – 3°
Maurice Muret – Le crépuscule des nations blanches (Il Muret è uno
scrittore svizzero molto amico dell’Italia: compila molte rubriche di letteratura
italiana in giornali e riviste francesi e svizzere: il libro tratta della
quistione coloniale) – 4° Petronio Arbitro – Satyricon (è uno dei
capolavori della lett. latina: ho fatto un corso di due anni di università su
questo libro e lo ricordo a memoria in gran parte ancora: contiene delle
oscenità come tutti i libri latini e greci, ma io non faccio collezioni di
libri osceni) – 5° Krassnoff – Dall’aquila imperiale alla bandiera rossa
(è un romanzo dell’ex generale dei cosacchi Krassnoff, ora emigrato zarista a
Berlino: è stampato dall’editore Salani coi romanzi di Carolina Invernizio) –
6° Heinrich Mann – Le sujet (è un romanzo tedesco del tempo di Guglielmo
II) – 7° Jack London – Le memorie di un bevitore (non lo conosco ma
dev’essere un romanzo di avventure di marinai e di minatori dell’Alaska) – 8°
Oscar Wilde Il fantasma di Canterville ecc. (sono tre novelle
umoristiche contro lo spiritismo e le storie inglesi sui fantasmi). Scrivimi
ciò che farai. Abbraccia tutti di casa. Cordialmente
Antonio
Nessun commento:
Posta un commento