26 gennaio 2014

ANTONELLO DA MESSINA VISTO DA LEONARDO SCIASCIA






ANTONELLO DA MESSINA
 
L’ordine delle somiglianze

Leonardo Sciascia


“E’ stato pochi mesi a Messina, se n’andò a Venezia; dove, per essere persona molto dedita a’ piaceri e tutta venerea, si risolve abitar sempre e quivi finire la sua vita, dove aver trovato un modo di vivere appunto secondo il gusto”.
Così il Vasari di Antonello da Messina che torna “per riveder la sua patria” dopo un viaggio in Italia e nelle Fiandre. E viene la tentazione di cercare riscontro a questa “ persona molto dedita a’ piaceri e tutta venerea”, alla distanza di cinque secoli, nei personaggi di Brancati, in tutti quei personaggi che pensano “ sempre a una cosa, a una sola cosa, a quella!”, e più precisamente a quelli del Don Giovanni in Sicila: “Ma il verme dei viaggi era entrato nei loro cervelli, e non smetteva di roderli… Anche il piacere di stare a letto, dopo essersi svegliati dal sonno pomeridiano, e di sprofondare gli occhi nel buio, ignorando se si guardi lontano o vicino.”
Ed è curioso sapere come giudizi sui siciliani e rappresentazioni dell’uomo siciliano conservino, a distanza di cinque o di dieci o di venti secoli, una loro validità e verità: da Cicerone (“ gente acuta e sospettosa, nata per le controversie”) a Scipio di Castro (“ la lor natura è composta di due estremi, perché sono sommamente timidi, sommamente temerari”); da Antonello personaggio, e pittore di personaggi, a Pirandello a Brancati a Lampedusa. E Anzi l’esplicito astoricismo del Lampedusa, il suo, prendere e lasciare l’uomo siciliano per come sempre è stato e come sempre sarà, nasce proprio dall’apparenza e illusione di una inalterata e inalterabile continuità del “modo di essere” siciliano . Perché altro non può essere che apparenza, che illusione, una così assoluta refrattarietà alla storia si quella parte della realtà umana che chiamiamo Sicilia, che pure è situata nel crogiuolo della storia.
Ma il fatto è che questa apparenza, questa illusione, sorge dalla realtà siciliana, dal “modo di essere” siciliano: e dunque ne è parte, intrinsecamente.
Antonello, dunque: e il suo essere siciliano, come personaggio, e come artista; come un uomo insomma la cui vita, la cui visione della vita, il cui modo di esprimere nell’arte la vita, sono irreversibilmente condizionati dai luoghi dagli ambienti delle persone tra cui si trova a nascere e a passare l’infanzia, l’adolescenza.


(continua)


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