Torelli Giorgio
Gli Ascari del tenente Indro e altri Ascari. I Battaglioni indigeni fatti a modo loro e iscritti nella Storia d’Italia
Gio, 16/01/2014 - 17:31 — Marco Dalla Torre
Con il suo stile arguto e travolgente,
Giorgio Torelli racconta un capitolo poco conosciuto della storia
militare d’Italia: i battaglioni indigeni inquadrati nelle forze
coloniali. In particolare gli eritrei, chiamati “ascari”. E parte dai
racconti personali, di quando lui, ragazzino, li vedeva disegnati da
Achille Beltrami sulla Domenica del Corriere e li sognava nei racconti dello zio, militare in Africa.
Un’immagine favolosa che avvinceva lui
come molti altri suoi coetanei e che si materializzò quando il Duce
volle i battaglioni eritrei alla parata del maggio 1937 ai Fori
imperiali, per festeggiare il primo anno dell’impero. Truppe veramente
singolari, eppure fedelissime e ardite. L’interesse si protrae negli
anni e con pazienza Torelli raccoglie testimonianze e descrizioni di
prima mano, apparsi su riviste o in libri scomparsi dal mercato
editoriale. Ed ecco che da amici, soffitte, mercatini come quello di
Porta Portese, riemergono testi, che qui riporta antologicamente, di
Virgilio Litti, Vittorio Beonio-Brocchieri, Torquato Padovani, Paolo
Monelli, Luigi Barbini Junior, Cesco Tomaselli, Paolo Corazzi, Curzio
Malaparte, Gianbortolo Parisi. E soprattutto Indro Montanelli, che
sottotenente ventiseienne comandò un reparto di ascari. Un’esperienza
così forte che, nel perimetro della sua mitica “Stanza” sul Corriere, negli ultimi anni ne parlò spesso, con evidente nostalgia. Di Montanelli, Torelli fu amico, e con lui lavorò al Giornale
per lunghi anni. Un giorno a Parma – era il 2000 – Torelli manifestò a
Indro di voler comporre un’antologia sugli ascari e gli chiese la
prefazione. «“Con immensa gioia”, proruppe Indro. E s’illuminò,
perché era come se gli restituissi – per capriccio del tempo –
un’occasione di giovinezza. “Ah, i miei ascari di allora!”, sospirò
subito» (p. 6). Inconsapevolmente l’Indro di allora, sugli ascari
aveva scritto il suo primo libro di successo. Tutte le sere, in tenda
con la macchina da scrivere sempre al seguito, aveva steso un “diario
epistolare”, che inviava al padre, «preside di liceo e severo
intenditore delle qualità del figlio lontano. E già da tempo il padre
Sestilio – convinto in proprio – aveva mostrato le lettere dall’Africa a
Massimo Bontempelli, che di getto e da par suo s’era deciso a metterle a
stampa inventando così un libro dalla copertina verde e dal titolo
irrinunciabile XX Battaglione eritreo. All’insaputa poi del tenente Indro […] il
libro aveva incontrato nel marzo 1936 le grazie del pontefice massimo
Ugo Ojetti, lieto di recensirlo con magnanimità sul Corriere della Sera,
annunciando ai lettori la nascita di un nuovo talentuoso scrittore» (p.14).
Impreziosito da un ricco apparato
iconografico, risulta un libro godibilissimo e affettuosamente rende
giustizia a quei molti uomini che, «fatti a modo loro», dimostrarono fedeltà all’Italia.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Giorgio Torelli (Parma, 26 febbraio 1928) è un giornalista e scrittore italiano. Trasferitosi a Milano, ha fatto l’inviato
speciale per sette quotidiani e cinque settimanali, tra cui “Grazia” ed
“Epoca”. Nel 1974 è stato, con Indro Montanelli, uno dei fondatori de
“Il Giornale”.
Giorgio Torelli, Gli Ascari del tenente Indro e altri Ascari (I Battaglioni indigeni fatti a modo loro e iscritti nella Storia d’Italia), Edizioni Ares, Milano 2004, pp. 152, € 25,00.
Approfondimento in rete:
Marco Dalla Torre. 14 gennaio 2014
http://www.lankelot.eu/
Nessun commento:
Posta un commento